PARROCCHIA S. ANTONIO DI PADOVA

 

COMO

 

In ricordo

di Padre Silvano Zoccarato

 

Como, 16 marzo 2010

 

Stampato in proprio

A cura della Comunità dei Frati del Convento S. Antonio in Como

con la particolare collaborazione di Claudio Marinoni

 

                                10 maggio 2007, 65° della parrocchia con i frati passati a Como

 

Ad un anno dalla morte del nostro caro p. Silvano, noi frati della sua comunità,

abbiamo voluto raccogliere gli scritti che, su nostro invito i parrocchiani e i

fedeli del Santuario ci hanno fatto pervenire.

Ogni lettera che ci è giunta, manifesta in maniera toccante come tutte queste

persone abbiano saputo apprezzare la sua semplicità genuinamente francescana,

la cordiale accoglienza, la saggezza e la sua fede profonda e testimoniano il

ricordo affettuoso che p. Silvano ha lasciato nei loro cuori, unito ad una tangibile

riconoscenza.

Non meno belle e talvolta commoventi sono le parole ed i pensieri uniti ai

tanti ricordi, inviatici dai suoi fratelli e sorelle, dai cognati e nipoti, come pure dai

suoi precedenti parrocchiani di Molella e da alcuni suoi cari amici, anch’essi religiosi

francescani.

Farà da apertura a questi scritti, l’omelia che il Ministro Provinciale p. Gianni

ha tenuto nella celebrazione eucaristica delle esequie a Camposampiero e, a seguire,

l’omelia del parroco, tenuta nella celebrazione del mattino qui nella nostra

chiesa di S. Antonio.

“Verba Volant, scripta manent”, dicevano i latini.

Ed è proprio per ricordare e fermare nei nostri cuori quello che p. Silvano ha

donato e testimoniato con fede semplice ed appassionata ad ognuno di noi e a

tanti fratelli e sorelle in Cristo, che volentieri e con gioia noi frati lasciamo in

dono questo libretto, con le sue parole ed immagini, quale scrigno di emozioni e

preziosi sentimenti.

 

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                                Le testimonianze dei frati

 

 

 

                                                  P. Silvano il terzo seduto da sinistra

 

 

Omelia del Ministro provinciale per il funerale

di PADRE SILVANO ZOCCARATO a Camposampiero

 

«Pace e bene!

Amatissimo Padre Provinciale, ti spero in buona salute, pronto ad accogliere

il dono che Dio ti darà in questa prima parte del Capitolo Provinciale.

Grazie a Dio, sto bene e mi sento impegnato molto volentieri nel servizio alla

Comunità dei Frati e dei Fedeli. Faccio del mio meglio.

Per crescere spiritualmente, i miei Confratelli mi hanno concesso un pellegrinaggio

in Terra Santa, da te tanto amata, dal 23 al 30 aprile.

Già te l’ho detto a voce, ora te lo scrivo: in caso contrario sono pronto all’obbedienza.

Ti assicuro che ti ricorderò nella mia preghiera ed anche tu, ne sono certo, ricordati

di me.

Un fraterno abbraccio e chiedo la tua santa benedizione.

Con affetto. Silvano Maria Zoccarato» (Como, Parrocchia S. Antonio di Padova,

8 marzo 2009).

È questa l’ultima lettera scrittami da padre Silvano e consegnatami all’inizio

del Capitolo provinciale dal suo Guardiano, padre Nando (8 marzo 2009). In

essa, padre Silvano manifesta alcuni tratti della sua personalità di credente e di

frate, primo tra tutti il desiderio di “crescere spiritualmente” vivendo una esperienza

forte come l’andare pellegrino in Terra Santa, luogo in cui è ancora possibile

mettersi in ascolto del Signore Gesù che lì continua a far risuonare la sua

parola e ad affidare a chi crede in lui il mandato di «annunciare» la misericordia

di Dio a tutti; ed è ancora lì, in quella Terra benedetta dalla presenza del Signore

anche se insanguinata dalla violenza umana, che si percepisce tutta la bellezza e la

paradossalità della promessa di Gesù: «io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine

del mondo» (cf. Mt 28,20).

Pellegrino, «per crescere spiritualmente», dunque. Padre Silvano, da tutti ritenuto

un ottimo lavoratore, uno al quale si raccomandava di fermarsi per riprendere

fiato, non ha mai mancato di coltivare la sua crescita nei valori evangelici.

 

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Anche se esternamente era ritenuto un “uomo tutto d’un pezzo”, esente da dubbi

di fede nel Signore Gesù, interiormente – stando ad alcune sue testimonianze

scritte – ha dovuto sempre misurare quanto proclamava con le labbra con quanto

credeva nel suo cuore. È sempre stato un convinto annunciatore del vangelo a

tutti, ma – come è successo agli apostoli nella pagina ascoltata dell’evangelista

Matteo (Mt 28,16-20) – ha dovuto fare i conti con l’aridità spirituale dovuta al

troppo fare cose per Dio, al troppo correre in nome di Dio, trascurando a volte il

rapporto personale, intimo con il Signore.

Nel colloquio avuto con lui durante la visita canonica (23-25 aprile 2008), mi

confidava infatti la sua grande gioia per essere approdato, dopo tanto impegno

esteriore profuso a organizzare pesche di beneficenza e a costruire muri e chiese, a

privilegiare il rapporto personale con la gente nella confessione e soprattutto a vivere

l’ascolto della parola del Signore anche nella forma della lectio divina. «Forse

un po’ in ritardo – mi diceva – ho imparato che se voglio essere credibile e significativo

come cristiano e se voglio continuare ad annunciare Gesù Cristo, devo mettermi

umilmente in ascolto del Signore che mi parla nella Sacra Scrittura e nei fatti

della vita quotidiana. E questo richiede tempo e pazienza. Non che prima non lo

facessi, è che l’ascolto del Signore era sempre “disturbato” dalle cose da fare…».

È stata – almeno per me – la scoperta di un padre Silvano molto diverso da

come lo percepivo prima, un volto direi inedito e per questo più significativo

come cristiano e come frate.

Padre Silvano, nato a Santa Giustina in Colle il 28 febbraio 1940, ha compiuto

l’iter formativo nei nostri seminari: da tutti i responsabili era stimato per il

suo «carattere buono, gioviale, franco, aperto…nel campo pratico, ricco di tante

e buone iniziative, che sa bene organizzare e tenacemente condurre a termine.

Buono lo spirito di pietà: sa vedere ogni cosa nella luce di Dio. Dai compagni è

molto ben voluto e stimato» (T. De Poi, 6/9/1966) sia perché «si presta volentieri

alle loro richieste di aiuto» (T. De Poi, 31/8/1965) sia perché è di temperamento

gioioso e scherzoso. Negli anni della formazione ha coltivato in modo particolare

un sogno, quello di andare missionario: ne rendono testimonianza i formatori

nella loro relazione annuale ma soprattutto padre Gastone Pozzobon che dal Brasile

così scrive porgendo le condoglianze a tutti noi, specie ai familiari di padre Silvano:

«È stato sempre un amico che con me condivideva il desiderio di una vita

missionaria (…) Ha sempre accompagnato la mia vita missionaria (…) scrivendomi

spesso e inviandomi aiuti concreti per sostenere i vari progetti».

Ordinato sacerdote il 18 marzo 1967 – esattamente 42 anni prima del giorno

del suo funerale –, a padre Silvano non è stata data la possibilità di realizzare il desiderio

di andare in missione perché gli è stato chiesto di svolgere il delicato com-

 

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P. Silvano il giorno dell’ordinazione sacerdotale (18 marzo 1967)

 

pito di “promotore vocazionale” proprio qui, presso il Convento dei Santuari Antoniani.

L’entusiasmo e la passione che ci metteva sono note a tutti, come pure è

sempre stato ammirato per l’allegria che dimostrava e per il tempo che dedicava

al compito assegnatogli. Molti sono i frati che devono alla sua “gioiosa testimonianza”

il fatto di essere ora francescani e sacerdoti nella nostra Provincia: per questo

umile ma prezioso ministero va il grazie sincero di tutta la Fraternità

provinciale. E questo pur nella consapevolezza che padre Silvano, uomo di profonda

fede e di perseverante preghiera, faceva a volte emergere tratti da “burbero

benefico” – come lo ha definito qualcuno – che non gli hanno risparmiato qualche

critica; per di più, il mutare dei tempi e del contesto culturale lo hanno un

po’ “fiaccato” tanto da fargli ritenere ormai superato il suo modo di fare animazione

vocazionale. Fatto sta che quando i frati, verso la fine degli anni ’80 del secolo

scorso, hanno deciso la progressiva chiusura dei seminari minori, a padre

Silvano è stato chiesto di cambiare tipo di apostolato e luogo in cui svolgerlo.

È stato inviato, infatti, a Sabaudia (settembre 1988) come collaboratore parrocchiale

prima e poi come parroco della parrocchia Nostra Signora di Fatima

alla Molella (1994-2006). Anche qui ha dato il meglio di sé come frate e sacerdote,

guidando la piccola parrocchia con sapienza e animando le varie iniziative

con l’entusiasmo di sempre. Lui stesso scrive: «Sono molto contento di svolgere

la mia pastorale qui a Sabaudia e alla Molella e spero di proseguire nel fare il bene

per tutta la vita» (6 marzo 1989). Negli ultimi anni di permanenza a Sabaudia si

 

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è adoperato molto anche alla costruzione di una cappella a Mezzomonte mettendo

così in atto quella sua naturale capacità pratica da tutti apprezzata.

L’ultimo approdo di padre Silvano è stata la parrocchia S. Antonio di Como,

ove ha vissuto serenamente gli ultimi tre anni della sua vita terrena (2006-2009).

In una sua lettera all’alloraMinistro provinciale padreMarcoTasca così scrive: «Mi

trovo nel Convento di Como con altri quattro Fratelli con i quali vivo serenamente

le mie giornate. Non c’è più tutta l’attività che mi assillava a Molella. Qui

mi sembra di essere in un corso di Esercizi Spirituali, passando le mie ore dalla

stanzetta alla Chiesa e agli atti comuni.Mi trovo veramente bene. Qui trovo molto

 

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tempo per la preghiera, per la meditazione, per prepararmi alla predichetta di

ogni sera e a qualche conferenza di catechesi. Così ricupero parte della mia formazione

» (lettera del 21.11.2006).

Da qui il desiderio – come ricordavo all’inizio – di “crescere spiritualmente”

progettando il pellegrinaggio inTerra Santa…Sappiamo che Dio, in un modo che

per noi ha dell’incredibile, ha chiesto a padre Silvano di compiere “in fretta” l’ultimo

viaggio della sua esistenza terrena: l’ha sempre vissuta seguendo con gioia le

orme del Signore Gesù secondo l’ideale proposto da Francesco d’Assisi e sull’esempio

del suo fedele discepolo, Antonio di Padova, per il quale ha sempre nutrito

una grande venerazione e che ha fatto conoscere a quanti lo accostavano,

soprattutto negli anni – ben 21 – trascorsi qui a Camposampiero; ora ha raggiunto

la mèta di ogni pellegrinaggio terreno: l’incontro definitivo con il Signore

della vita!

Mi si permetta un’ultima annotazione. Padre Silvano era molto legato alla famiglia

d’origine ed era capace di farsi promotore di incontri che riannodassero i

legami tra i familiari. Con tutti loro, noi Confratelli frati condividiamo il dolore

della scomparsa così improvvisa e imprevista di padre Silvano. Possiamo applicare

a lui quanto egli stesso scriveva ai familiari subito dopo la morte di papà

Primo: «La perseveranza nel bene, fino alla morte, è una grazia da domandare al

Signore ogni giorno, perché ogni giorno possiamo incontrare sorella morte, che

non risparmia nessuno. “Verrò come un ladro”, ha detto Gesù, per avvisarci di

stare sempre pronti, com’è stato pronto il nostro caro papà Primo (…) La morte

è necessaria per tutti, per andare in Paradiso. Speriamo di morire bene, quando

vuole il Signore» (lettera del 25 marzo 1998).

E quando il Signore ha voluto, caro padre Silvano, ti ha chiesto di compiere

l’ultimo pellegrinaggio dalla terra al cielo per festeggiare lì i tuoi 42 anni di sacerdozio.

Ti accompagniamo con il nostro affetto e con la nostra preghiera perché

tu possa gustare in eterno quella pienezza di vita che Dio Padre dona a chi –

come te – gli è stato fedele nell’ascoltare la sua parola e nel metterla in pratica e

nell’annunciarla con passione agli altri.

Grazie, padre Silvano, del tempo che hai condiviso con noi e del bene che hai

fatto a tante persone. Ti chiediamo di continuare a sostenere con la tua preghiera

il nostro cammino di fedeltà al Signore, convinti che Lui mantiene la promessa

di “essere con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”! (cf. Mt 28,20)

 

PADRE GIANNI CAPPELLETTO

Ministro provinciale

 

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Omelia del Parroco al funerale

di p. Silvano a Como

 

P. Silvano è arrivato a Como un sabato di ottobre del 2006, con la sua valigia

in mano, con una corriera di amici e parrocchiani di Molella, con i suoi parenti

(fratelli e sorelle) da Santa Giustina in Colle…ma è arrivato soprattutto con

quel suo sorriso semplice e buono che ha continuato a regalarci ininterrottamente

ogni giorno in questi due anni e mezzo.

Noi frati non lo conoscevamo molto bene ma ben presto abbiamo imparato

ad apprezzarlo e ad amarlo.

Silvano si è inserito nella nostra comunità conventuale senza nessuna difficoltà:

era un uomo innamorato di S. Francesco e della vita Francescana: spesso ringraziava

il Signore del dono grande della sua chiamata alla vita religiosa e

sacerdotale (proprio oggi 18 Marzo avrebbe celebrato il 42° anniversario di sacerdozio,

ma lo sta celebrando sicuramente in cielo) e questo suo amore per il Signore

si traduceva ogni giorno in passione per la vita fraterna ed apostolica, in

spirito di sacrificio, in disponibilità incondizionata, in vita di preghiera.

P. Silvano era un uomo profondamente sereno, gioioso, solare! Nel nostro

convento ha portato un’ondata di letizia e semplicità francescana e nel santuario

ed in parrocchia ha regalato a tutti e di tutte le età accoglienza, ascolto, disponibilità

ed una testimonianza di vero amore per il Signore, di una fede cristallina e

di una carità donata a piene mani e con tutto il cuore. Un vero francescano, innamorato

di S. Francesco e, come lui, giullare del suo Signore.

Ognuno di noi porterà gelosamente nel cuore il suo “fare” ed il suo “dire”: le

sue parole, i suoi racconti, le sue battute, le sue simpatiche risate, ed il suo immancabile

sorriso, dolce e semplice come quello dei bambini della nostra parrocchia,

che spesso lo cercavano per la confessione.

P. Silvano è stato una benedizione per tutti qui a S. Antonio!

È vero, ci è stato tolto troppo presto, ma dobbiamo ringraziare Dio che ce l’ha

donato, che l’abbiamo potuto conoscere e che abbiamo potuto godere dei suoi doni.

Personalmente, Silvano l’ho sentito e lo sento come un fratello, ed un fratello

maggiore: dolce, buono, generoso e saggio; tante cose di lui mi porto nel cuore,

 

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belle e preziose; e una sopra tutte le altre, che mi ha insegnato non a parole ma

con la vita: e cioè che si dona solo ciò che si è!

E quindi, solo se sei un uomo di Dio, puoi donare Dio agli altri.

E Silvano è stato un uomo di Dio, un uomo ed un frate che ha cercato di vivere

le beatitudini evangeliche con fede, facendole il suo programma di vita.

Caro p. Silvano, siamo certi che dal cielo continuerai ad amare i tuoi frati, la

tua Provincia, la tua famiglia e tutta la tua gente, quella che il Signore ha messo

sulla tua strada in questi lunghi anni di vita religiosa e di ministero; di questa

grande schiera facciamo parte anche noi di Como-Sant’Antonio, e insieme a tutti

gli altri ti chiediamo di aiutarci: intercedi per noi presso laMadonna che hai sempre

amato tanto, presso Sant’Antonio di cui sei stato profondamente devoto,

presso San Francesco tuo padre e maestro nella fede; prega per i nostri bambini e

per i nostri giovani, per le nostre famiglie e per i nostri anziani e ammalati, prega

per tutti noi, Silvano, e continua a donarci la tua benedizione.

 

PADRE NANDO

Parroco della parrocchia S. Antonio di Como

 

 

                                            30 ottobre 2008, uscita comunitaria a Boccadasse (Ge)

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Ricordi di Seminario

Ho condiviso con il p. Silvano la sua vita seminaristica di “fratino” e di “frate

chierico” fino al sacerdozio. Era entrato in seminario a Camposampiero il 1° ottobre

1951 in preparatoria, un anno prima di me. In prima media si era divisi in

tre classi, con un padre assistente diverso, per cui non ci si poteva frequentare. Ci

siamo, invece, trovati insieme in seconda, nella sezione B e poi in terza media in

un’ unica classe di 31alunni. Non eccelleva nello studio né nello sport, ma era un

ragazzo amabile e simpatico, che sapeva stare con tutti, pronto ad aiutare, retto,

contento e di vera pietà. Io stesso fui sorpreso un giorno, quando in dormitorio,

fissandomi, disse di pregare il Signore così: “Strangula me, antequam peccatum

committam” (frase che io non ho mai più dimenticato).

Lo stesso si può affermare dei due anni di ginnasio a Brescia, di cui però non

ho ricordi particolari, salvo il suo entusiasmo di raccogliere offerte con alcuni suoi

compagni nella GiornataMissionariaMondiale in punti strategici di Vie della Città.

In Noviziato al Santo di Padova, dopo un mese tutti fummo colpiti dall’asiatica,

un’influenza virulenta e pericolosa, meno fra Silvano e fra Clemens Breineder

austriaco, che ci assistettero per una settimana, portandoci da mangiare a

letto. Fu il primo a usare una macchina per scrivere, collaborando nel Circolo

Mariano a dattiloscrivere articoli di novizi da esporre sul Giornale murale. Fu un

amico e consigliere, quando divenni “prefetto” dei novizi, non sempre ben accolto.

Si formò quindi il gruppetto delle tre “Z” senza il volere dei singoli (Zambelli,

Zanin, Zoccarato). Il p.Maestro ci scelse per far buche e per piantare piante

nel triangolo dietro il Convento, tra la portineria e il refettorio del Convento e successivamente

a rinforzare l’argine un po’ eroso con una massicciata di circa tre

metri sull’attiguo fiumicello. A maggio divenne “prefetto” dei novizi al mio posto

e si trovò senz’altro a suo agio, meglio di me.Mentre salivamo appaiati l’altare dell’Arca

del Santo per la Professione religiosa, mi confidò di avere le mani sudate…

In Liceo era molto attivo nel Circolo Mariano - Missionario con il compito

di porre in vari bar e negozi delle cassettine per leMissioni da ritirare in tempi prefissati.

Dopo il Liceo, nell’anno scolastico 1961-62, le tre “Z” con fra Franco Bonafé

furono scelte per l’assistenza ai Fratini nel Seminario di Rivoltella del Garda.

A fra Silvano furono affidate le due classi di preparatoria, circa 50 alunni, che

 

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  P. Silvano al lavoro con la sua prima macchina da scrivere… Un dono prezioso!

 

resse con autorevolezza e apprezzamento generale. Inoltre, si realizzò per mezzo

suo la stampa, mediante matrici e ciclostile, delle Lettere di P. Massimiliano M.

Kolbe, (estratti di 200 lettere, cm 33 x 22) raccolte e ordinate dal compianto fra

Cristoforo Zambelli), per il Seminari Serafici d’Italia.

Alla fine dell’anno di filosofia ci trovammo di nuovo insieme come assistente

di una colonia a Rivoltella del Garda sotto la guida di p. Michele Rampo.

Ritornati a Rio di Pusteria facemmo parte del club “Funghi e muffe”, che

realizzò nel mese di agosto la raccolta con la messa in parte sott’olio di circa due

quintali di funghi. Beh, fra Silvano era instancabile nel curarli e selezionarli!

Terminata l’esperienza dei funghi, fra Silvano ed io ci trovammo a presenziare

e a far pubblicità ai nostri Seminari nellaMostra delle Vocazioni che si tenne

a Vicenza nel Seminario Diocesano dal 1° all’8 settembre 1963. E lì come non ricordare

la sua vicinanza, il suo conforto nella prossimità e morte di mio fratello

Giovanni per leucemia galoppante, avvenuta il 9 settembre?

In Teologia fra Silvano, per il suo coraggio e sacrificio, la sua fedeltà e costanza,

è l’autore pratico del successo della C.A.F (= Commissione Apostolato

Futuro). Si trattò di un gruppo di sei chierici desiderosi di offrire una predicazione

moderna, succosa e pronta al nostro popolo di Dio. La C.A.F., ideata dal sottoscritto

e approvata dal p. Rettore nel marzo 1965, compresi i trenta testi biblio-

 

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grafici, presentava al p. Silvano testi da dettare e dattiloscrivere per ogni domenica

e festa dell’Anno Liturgico.

L’inizio fu duro e qualcuno si ritirò, ma nel novembre 1965 la C.A.F. ebbe il

suo assetto definitivo. In poco più di un anno con i caratteri della Triumph Gabriele

20 fra Silvano dattiloscrisse in sei copie sotto dettatura ben 2000 pagine, divise

in undici fascicoli dalle 110 alle 200 pagine ciascuno, fascicoli che

comprendevano circa cinque o sei festività. La stampa si concluse il 12/12/1965

alle 12.12, con la consegna in giornata dell’indice analitico di p. 111 e breve storia

della C.A.F.

Fra Silvano riuscì anche a far costruire un capitello in onore della Madonna

nei pressi di casa sua e invitò dei compagni all’inaugurazione.

Il fra Silvano che io conobbi, era un giovane frate di ottima salute, entusiasta

della sua vocazione, di buona spiritualità, molto laborioso, gradito a tutti per il suo

carattere gioviale e scherzoso e per i suoi servizi senza vanterie.

 

FRA ANTONIO ZANIN

Pedavena, 12 gennaio 2010

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              Sulla neve

 

Eccomi finalmente con te per sempre

 

Caro frate Silvano, hai sorpreso tutti, lasciandoci increduli alla notizia della

tua scomparsa, così repentina e drammatica.

Dopo la tua dipartita, ho ripercorso quel tratto di vita vissuta con te, ti ho rivisto

frate gioioso, laborioso, disponibile, pronto a compiere in letizia la volontà

del Signore mediata dalla fraternità, e mi sono convinto che all’appuntamento

con il Padre eri preparato a dirgli: “Eccomi finalmente con te, per sempre, come

sempre ho desiderato”.Tu andavi preparando nel silenzio, nella preghiera nel convento

S. Antonio di Como, dove potevi, dopo tanto lavoro, trovare spazio e tempo

per una vita interiore più curata nell’ascolto di Dio che ti parlava. Ti sei incontrato

con Gesù che hai sempre cercato e seguito fin dalla tua prima giovinezza. Sei

accanto alla Vergine che tanto hai amato.

Sei stato un operaio della vigna instancabile, tanto da dare l’impressione di essere

eccessivamente strappato quasi dal raccoglimento da una vita interiore più co-

 

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                                            Primo anno di teologia 1963 - 64

             

stante. Ma quando ti potevo vedere in preghiera, mi convincevo che in te c’era

quell’unità d’amore che, con trasparenza, dava solidità interiore a tutto quel lavoro

che sembrava frenare o appannare la tua vita di unione con il Signore. Lo rivelavi

quando parlavi alla gente o ai ragazzi: era la tua fede convinta, accesa da sentimenti

di amore e da quella fede viva che guidava la tua parola. Ricordo la tua devozione

alla Madonna: era semplice come quella del fanciullo, ma con la precisione teologica

(di cui, a sentirtelo dire, forse sorrideresti).

Ho avuto l’opportunità di averti vicino come confratello e collaboratore a Camposampiero,

nel seminario antoniano dove sei stato l’instancabile promotore vocazionale.

Le tue quotidiane “escursioni” in tutte le parrocchie o scuole del Veneto…

le conservo ancora vive nella memoria! Ritornavi, la sera, gioioso, anche se stanco,

ma mai avvilito anche se il tuo lavoro non sempre aveva ottenuto i frutti attesi.

Con il tuo stile un po’ forte e esigente, ma sempre paterno, accompagnavi i

tuoi ragazzi a visitare il seminario e, soprattutto, affrontavi il duro lavoro dei soggiorni

estivi per un primo discernimento vocazionale di innumerevoli giovanetti

(per vent’anni!). Dopo questa faticosa ed estenuante fatica, venivi a presentarmi

i giovanetti che ritenevi dotati di positive qualità per essere accolti in seminario.

Eri contento e sono certo che avrai continuato a seguirli con la tua preghiera anche

lungo gli anni della loro formazione…fino ai traguardi della professione dei voti

e dell’ordinazione sacerdotale.

 

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                                                    P. Silvano a Rio di Pulsteria        26 agosto 1962

 

Al di là di questi miei ricordi personali, altre sono le testimonianze che rivelano

il tuo stile di vita, frate Silvano. Quella che tutti ammiravamo era la tua disponibilità

a donare il tempo che ti rimaneva, dopo le fatiche quotidiane del tuo

incarico, a chi ti chiedeva collaborazione. Eri un ottimo lavoratore dal senso pratico,

in ogni lavoro ci mettevi entusiasmo e passione. Chi ti ha avuto fratello di

“viaggio”, non dimentica la tua allegria e serenità, il tuo volto sorridente e la generosità

nel servizio ai fratelli Chi non ricorda le tue prestazioni per organizzare

le varie “pesche di beneficenza”, la raccolta di aiuti per le “tue missioni?

So che fin da giovane frate in formazione, coltivavi il grande desiderio di consacrare

le tua vita in terra di missione; pensavi in particolare al Brasile. Quell’orizzonte,

tanto vagheggiato, non si è aperto e, da frate sempre pronto all’

obbedienza, hai accolto l’alternativa, pur sempre missionaria, del promotore vocazionale.

Hai risposto con entusiasmo, convinto che “toccava a te” perché il Signore

lo voleva.

Grazie, frate Silvano, per questo tuo esempio di vero francescano e per il

molto di bene che, da frate minore, hai saputo e voluto nascondere, oscurare…

Tocca a noi frati della tua amata provincia religiosa raccogliere il testimone e

giocarci, come tu hai fatto, la vita: Tu la tua partita l’hai già giocata e vinta! Ciao

frate Silvano, ci vediamo…

 

FRA TITO M. MAGNANI,

fratello e amico

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                                  P. Silvano consegna al negoziante la cassettina offerta pro missioni

 

 

 

18 marzo 1967

 

Ordinazione Sacerdotale

 

 

                                                      P. Silvano il primo a sinistra

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                   P. Silvano con i genitori “finalmente sacerdote”!

 

                                                                                                          P. Silvano festeggia con i genitori

 

 

                                          30 marzo 1967, arrivo a Santa Giustina in Colle

 

 Chiedete e vi sarà dato

 

Nello stendere qualche nota in ricordo di P. Silvano Zoccarato mi viene spontaneo

riferirmi al Vangelo di Matteo: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;

bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa

sarà aperto” (Mt 7,7-8). Finché era in mezzo a noi, forte era la sua fede in Dio che

si traduceva nell’interessarsi e nel farsi carico delle necessità dei fratelli. Per venir

loro incontro, come primo passo, si affidava alla Provvidenza ma poi si attivava

per mettere in moto la carità.

La citazione evangelica, ma se ne potrebbero ricordare anche altre, fa luce su

alcuni aspetti della personalità umana, cristiana e francescana di P. Silvano. Un

frate sempre vicino e attento alla gente che lo stimava e lo amava. Tutti lo potevano

avvicinare perché di tutti si interessava, a tutti si donava con grande generosità,

per tutti si rendeva disponibile. E fra tutti prediligeva i più semplici, i meno

importanti, soprattutto coloro che si trovavano nel bisogno o vivevano qualche

difficoltà.

Una personalità molto semplice la sua e tuttavia arricchita da Dio di una varietà

di doti e di doni che lo rendevano sempre cordiale, attivo e creativo nel farsi

tutto a tutti, magari coinvolgendo anche altre persone, chiedendo loro aiuti materiali,

mezzi economici, collaborazione e tempo per risolvere o realizzare progetti

a servizio di chi era nel bisogno. E poi da Parroco quanto si è prodigato per la comunità

parrocchiale che gli era stata affidata! Aveva una grande fantasia e si dedicava

indefessamente al suo ministero senza mai risparmiarsi. Difficilmente

diceva di no a qualcuno!

Non ho mai vissuto in comunità con P. Silvano, ma l’ho conosciuto fin da giovane

e poi lo incontravo quasi tutti gli anni quando mi trovavo a trascorrere alcuni

giorni di riposo a Sabaudia, dove per tanti anni ha esercitato il suo ministero

sacerdotale come collaboratore parrocchiale e come parroco nella parrocchia di

Molella. I ricordi sono moltissimi, anche perché quando mi avvicinavo a P. Silvano,

nella sua semplicità e trasparenza, mi coinvolgeva e mi faceva partecipe di

tutte le sue attività e delle iniziative pastorali.

Era felice quando mi rendevo disponibile a prendere parte alle feste che organizzava,

alle celebrazioni, e soprattutto ai suoi progetti e lavori. Ricordo so-

 

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prattutto la festa degli anziani e delle loro famiglie che curava con grande impegno

e dedizione e insisteva affinché ne prendessi parte.

Ricordo poi un episodio: la costruzione della nuova chiesa dedicata a Sant’Antonio

di Padova nel territorio della Parrocchia di Molella (Sabaudia - LT).

Un progetto che ha maturato lungo gli anni e ogni anno mi aggiornava della sua

evoluzione, dei problemi economici che doveva affrontare. Chiedeva e accettava

sempre i consigli che gli venivano dati. E poi finalmente il tempo della realizzazione!

Quante volte mi ha portato a visitarla sia in fase di costruzione che successivamente.

Lo ricordo come un frate che si donava con grande generosità a tutti e chiedeva

a tutti di essere generosi e attenti alle necessità degli altri.

Con l’avanzare dell’età non ha faticato a lasciare il ministero parrocchiale.

Però felicissimo di poter rendersi disponibile ancora, magari senza responsabilità

dirette. Gli ultimi incontri gli ho avuti con lui a Como, dove era stato destinato

dai superiori. Un santuario/parrocchia dedicato al Santo di Padova.

Quando, almeno una volta all’anno, facevo visita ai miei familiari coglievo

l’occasione di andare a salutare i confratelli della Comunità di Como, in genere

trovavo P. Silvano ad accogliermi. Con la sua cordialità mi accoglieva fraternamente

e mi esprimeva la sua gioia di poter esercitare ancora con zelo il ministero

sacerdotale soprattutto quello delle confessioni e delle visite ai malati. Grazie P. Silvano

per l’esempio che ci hai lasciato!

Grazie, o Dio, per averci dato un simile fratello!

 

P. EGIDIO CANIL

 

 

                                                                                                                                Nel chiostro del Santo

 

25

 

 

 

Innamorato di S. Antonio

 

Mi pervade ancora un brivido pensando a quella sera del 12 marzo dell’anno

scorso, durante il capitolo provinciale, mentre a cena conversavo con Padre Fernando,

guardiano e parroco di Como, parlando proprio di Padre Silvano.

Il padre Fernando venne chiamato d’urgenza al telefono, e poco dopo ritornò,

sconvolto, con la notizia che P. Silvano stava malissimo, colpito improvvisamente

da un malore; dopo pochi giorni padre Silvano rendeva la sua anima al Signore

della vita.

Di padre Silvano saranno tantissime le testimonianze di chi lo ha conosciuto

e apprezzato nelle sue diverse attività pastorali e sacerdotali. Io desidero ricordare

solamente qualche particolare del periodo vissuto insieme negli anni 1964-67

 

 

 

                Frati in visita a p. Silvano davanti al capitello dell'Immacolata

 

 

all’Istituto Teologico di via S. Massimo a Padova, quando lui era chierico studente

di teologia e io vicerettore.

Da tutti i suoi compagni e anche dai professori era molto benvoluto e stimato

per la sua disponibilità a qualunque richiesta, senza manifestare insofferenza

o fastidio per le molte cose che gli venivano domandate.

Questo atteggiamento interiore, lo accompagnerà per tutta la vita, nelle diverse

mansioni che l’obbedienza gli affiderà.

Un aspetto particolare della spiritualità di padre Silvano è stato senza dubbio

l’amore e la devozione verso sant’Antonio, dimostrato anche esternamente nella

costruzione del capitello in onore del Santo, eretto accanto alla propria casa natale,

lungo la strada, in Santa Giustina in Colle.

Amava tanto questo piccolo santuario domestico, lo voleva sempre in ordine,

ornato di fiori freschi e di lumini accesi, fornito pure dell’arredo liturgico per la

celebrazione della santa messa. Piú di una volta invitava me o il padre rettore, Terenzio

de Poi, ad andare, di buon mattino, a celebrarvi la messa, e anche altri sacerdoti

e, mi sembra, perfino qualche vescovo. Forse si conserva tuttora il registro

con le firme dei celebranti. Non occorreva tenere nessuna omelia; il piccolo

gruppo familiare racconto lì attorno a quel capitello, era già per se stesso una bella

testimonianza di vita cristiana, fra Silvano ne era santamente orgoglioso. E dopo

la messa era naturale fare una breve sosta in casa per una buona colazione insieme

con i familiari, primi fra tutti logicamente il patriarca sig. Primo e mamma Emma.

Era un modo molto simpatico e originale per raccogliere tutta la famiglia.

Una volta ordinato sacerdote lo stesso padre Silvano celebrava lí in casa che

diventava veramente una piccola chiesa domestica.

Come non ricordare l’organizzazione del 50º anniversario di matrimonio di

papà Primo e mamma Emma arrivati in chiesa in carrozza? Con uguale gioia essi

avranno accolto in paradiso il loro assai amato figlio Silvano, frate e sacerdote,

gemma preziosa del loro amore.

 

PADRE OLINDO MARIA BALDASSA

 

 50° di matrimonio dei genitori di p. Silvano arrivati in carrozza a S. Giustina in Colle da Fratte per la celebrazione

 

 

 

             Le testimonianze

             della sua famiglia

 

                                                                          P. Silvano a 9 anni (primo a sinistra)

 

 

 

                                                                                                             1966, sul risciò con fra Raffaele Fornasiero

 

 

Ricordi d’infanzia di P. Silvano e sorella Bertilla

 

La mia infanzia l’ho trascorsa sempre vicino a Silvano. Andavamo nei campi

dei contadini a togliere l’erba che stava vicino alle piante di granoturco per darla

alla nostra mucca e poi avevamo qualche ora di svago. Quasi ogni giorno si andava

a pescare il pesce nei fossi e poi la mamma ce lo preparava e ce lo mangiavamo

a cena.

Un bel giorno pescando nei fossi è arrivato improvvisamente p. Francesco

Faldani, chiamò mio fratello, fece un discorsetto e lo invitò ad andare in Seminario

a Camposampiero. La cosa più terribile fu quando, dopo qualche periodo, Silvano

decise di entrare a fare la quinta elementare in seminario e io, pur essendo la so-

 

29

 

              22 agosto 1964, matrimonio della sorella Bertilla

 

 

 

rella, ho potuto solo accompagnarlo fino al cancello di ingresso perché le donne

non potevano entrare in convento. Per questo divieto a non poterlo visitare quante

lacrime ho versato!

Quando poi tornava a casa per le vacanze d’estate potevo stargli accanto di più

e con lui collaboravo alla costruzione di piccoli oggetti di devozione antoniana (i

tappi di bottiglia diventavano piccoli contenitori con le immagini di S. Antonio

all’interno; i pezzi di vetro venivano ricoperti di immagini di S. Antonio).

Cresciuto cominciò a costruire corone del rosario con materiali vari che venivano

poi vendute nel negozio accanto ai santuari Antoniani.

Con lui abbiamo girato i paesi qui attorno (S. Giustina in Colle, S. Giorgio

delle Pertiche, Camposampiero, Arsego) per cercare di abbonare le persone al bollettino

dellaMilizia dell’Immacolata. Ricevette anche un premio per un record di

abbonati raccolti in tempi brevi.

Posso dire che ha sempre lavorato molto sia in famiglia che in convento.

 

 

 

 

Camposampiero, 20 Aprile 2009

 

Alcuni ricordi di Padre Silvano da parte della sorella Clara

«La nostra infanzia è trascorsa serenamente, durante l’adolescenza lui era sempre

in Collegio ed io a casa con la mia famiglia fino a quando mi sono sposata nel

30

 

Matrimonio di Clara con parenti

 

 

                                                                                                                         Matrimonio di Clara

 

 

1960 e sono partita subito per l’Australia. Padre Silvano mi è sempre stata vicino

con il suo affetto e con la famiglia ci mandava molti nastri con inciso le voci dei

famigliari. Per noi era gioia grande, poiché in quei momenti preziosi ci sembrava

di essere uniti e vicini nonostante la distanza.

Poi nel 1973 siamo tornati con tre figlie, Paola, Marina e Lena, che lui affettuosamente

chiamava “le tre Grazie” e ha organizzato per noi il viaggio di ritorno

da Genova in corriera.

Ha appeso un grande manifesto dai Padri Antoniani a Camposampiero con

la cartolina della nave che gli avevo spedito, per chi voleva partecipare, oltre ai parenti.

È stata una accoglienza indimenticabile e commovente.

Ha continuato a dedicarsi per noi sempre con amore ed entusiasmo.

Per il nostro 25° anniversario di matrimonio ci ha organizzato una bella cerimonia

alla chiesetta del Noce, un’eccezione che mi è stata concessa perché, sempre

tramite lui, ho lavorato dai frati per molti anni e così lo potevo vedere spesso.

31

 

P. Silvano con familiari davanti al Capitello dell’Immacolata inaugurato il 29 settembre 1963

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi l’hanno trasferito a Sabaudia. Ricordo che ho sentito molto il distacco

nel vederlo partire con la sua 127 piena delle sue cose personali dentro e fuori.

Siamo andati a trovarlo, poi in un secondo tempo mio marito Gavino, insieme

con mio cognato Evaristo, hanno dato un aiuto nella nuova chiesa di S.

Antonio aMezzomonte, per svolgere la pavimentazione e altro. Silvano era orgoglioso.

Ed è stato un piacere per me e Gavino essere presenti con lui per la consacrazione

della chiesa e allo stesso tempo commovente vederlo emozionato nel presentare

la celebrazione con il Vescovo.

Con l’entusiasmo di sempre è riuscito a vedere realizzato il suo operato.

Ora a noi resta questo grande distacco perchè non lo vediamo più, poiché

quando passava veniva salutarci sempre con Pace e Bene, ma lo ricordiamo con

la preghiera quotidianamente.»

 

CLARA E GAVINO

32

 

 S. Giorgio delle Pertiche. PD 20.04.09

Pace e bene!

Queste sono le parole che echeggiavano al tuo arrivo e sempre presenti all’inizio

delle tue gradite lettere con cui ci aggiornarvi delle tue tantissime iniziative.

Ora riempiono il vuoto della tua assenza, caro zio. Ai miei figli gliele ho

ripetute con tanta nostalgia, nei giorni in cui ci stavi per lasciare. Ma, il ricordo

più prezioso che conservo di te è il giorno del 22 Ottobre 1983, quando, nella

chiesa della parrocchia di S. Marco in Camposampiero, hai celebrato il mio matrimonio.

Quel giorno hanno concelebrato con te, il caro padre Ilario e Don

Mario (ex parroco di S. Marco). Un anno dopo con gioia abbiamo accolto il nostro

primogenitoMattia, ed ancora insieme a te, ha ricevuto il dono del battesimo.

Sono trascorsi ben 25 anni da allora e si sono susseguiti tanti avvenimenti e tappe

importanti sempre festeggiati puntualmente con la voglia di stare tutti insieme.

Pace e bene a te caro Zio.

 

TUA NIPOTE PAOLA,

FIGLIA DI CLARA ZOCCARATO SORELLA DI PADRE SILVANO

 

 

S. Giorgio delle Pertiche. PD 22.04.09

Grazie zio

Caro zio Silvano, anche se ora non sei qui fisicamente, ogni giorno sembra che

ci sia la tua presenza fra noi, poiché di parole, gesti, esempi e messaggi ne hai lasciati

tanti.

Ora ho 46 anni, sono sposata con Maurizio da 25 e ho 3 figli, Manuel, Melinda,

Marica.

Vorrei condividere un ricordo che mi accompagna nella vita. Sono nata in

Australia. I miei genitori sono emigrati là negli anni ’60 e in quei tempi non

c’erano telefoni, cellulari o computer per comunicare facilmente da un continente

all’altro.Tu allora, spedivi per posta alla mia famiglia nastri registrati che noi ascoltavamo

con il magnetofono (un antenato del lettore CD). C’erano incise le voci

dei miei nonni, degli zii, le voci solari e canterine dei cuginetti, che nastro dopo

nastro aumentavano di numero e tutti raccontavano qualcosa, un pensiero, un

augurio, una speranza.

Grazie zio, perché con i1 tuo entusiasmo di far partecipe ogni persona alla

gioia dello stare insieme, hai fatto sentire tutti noi, mamma, papà e le mie sorelle,

parte di quella grande famiglia Zoccarato, che noi ragazzine non avevamo ancora

conosciuto.

 

TUA NIPOTE MARINA

 33

 

 

Camposampiero. 20 aprile 2009

 A tutti portava un sorriso e tanta gioia

 

La perdita dello zio Silvano è arrivata inaspettatamente troppo presto. Ci ha

amato talmente tanto e così ci manca ancora di più.

A tutti portava un sorriso e tanta gioia e quando era con noi ci ardeva proprio

il cuore. Era sempre disponibile e si faceva in quattro per tutti.

Ci rendeva partecipi della sua vita, dei suoi confratelli con cui si familiarizzava

subito, persino nel suo convento ci sentivamo di casa.

Mi sono chiesta:“Perché il Signore se l’è preso se poteva dare ancora tanto?”

e la risposta di mia madre: “Ma perché, non ha già dato abbastanza?” mi fa accettare

la volontà di Dio.

Per parlare dello zio Silvano ci vorrebbe una vita, perché tutta la sua vita è da

raccontare, fin da quando è nato.

Conoscendo i nonni Primo ed Emma sicuramente avranno pregato per lui ancora

prima che nascesse poiché erano due sposi innamorati ed insieme pregavano

e ringraziavano sempre il Signore, al quale affidavano la loro vita. Dopo i primi

due figli Renzo e Luciano, hanno dovuto provare l’esperienza di vedersi mancare,

per malattia, una creatura di due mesi,Maria. Poi è arrivata la mamma Clara e lo

zio Silvano, e poi ancora Bertilla, Maria, Giampaolo e Pierino.

 

34

 

 

                                           P. Silvano mentre distribuisce l’eucarestia nel giorno

                                                                         della sua Ordinazione Sacerdotale

 

Quando lo zio Silvano era ancora di pochi mesi la nonna Emma si trovò improvvisamente

senza latte e lui piccolino ne ha sofferto e lei con la paura di perderlo

ha invocato S. Antonio di Padova dicendo espressamente: «S. Antonio,

piuttosto che morire anche lui, prendilo tu, o prete o frate!» Tutto si è risolto con

l’aiuto di una balia e lui è cresciuto in salute e sicuramente in grazia di Dio perché

era un bambino buono, obbediente e quando gli si chiedeva qualcosa diceva

di si due volte. Era la gioia dei suoi genitori e fratelli e ancor di più per la sua consacrazione

sacerdotale, che ha fatto tornare in mente alla nonna le sue parole.

Perché così è stato!

Il primo periodo lo ha passato nel seminario di S. Antonio a Camposampiero,

poi nella Basilica del Santo a Padova e quindi nell’Istituto Teologico di S.

Antonio. Quando è stato trasferito a Sabaudia si è prodigato per la costruzione

della chiesa a Molella, dedicata a S. Antonio e l’ultima sua tappa l’ha vissuta a

Como, manco a farlo apposta nella parrocchia di S. Antonio.

Penso proprio che «qualcuno» ci abbia messo lo zampino!

E lo zio Silvano gli era riconoscente, perché ci nominava spesso S. Antonio,

ma ci parlava anche di S. Francesco, S. Chiara eMaria, per la quale fece costruire

il capitello a lei dedicato proprio a casa sua, dove ci teneva a celebrare le S. Messe

tutti uniti.

Ci affidava sempre a Maria nelle sue preghiere, ce lo diceva quando veniva a

trovarci o ce lo scriveva nelle sue lettere.

Quando arrivava lo si sentiva da lontano, ancora prima di vederlo ci si allargava

il cuore perché sentivamo quel suo “cinguettio” tanto caro a noi e poi si sentiva

la sua calda voce pronunciare quelle sue inconfondibili parole “Pace e Bene”.

Ci portava sempre il suo sorriso, il suo caldo abbraccio, i suoi baci, perché ci

voleva bene come una mamma o un papà.

Si accertava sempre che stessimo bene ed a lui ho chiesto di benedire le mie

figlie, Erica ed Elisa, quando erano piccole, perché c’è stato un periodo che erano

sempre ammalate e hanno passato tanti mesi tra febbre, medico e antibiotici. Ricordo

che ha accarezzato le loro testine mentre pregava e dal giorno dopo sono

sempre state bene!

E qualche anno dopo erano felici di averlo ospite a casa nostra a cena, ma al

momento dei saluti non volevano che andasse via e gli hanno chiesto: «Ma tu, per

piacere, puoi tornare a casa mia un’altra volta?», mi fa ancora tenerezza ricordare

quando, quasi commosso, le ha rassicurate che sarebbe tornato.

Sì ricordano che lo zio Silvano sapeva riconoscere se una zanzara era maschio

o femmina. «Basta guardare dove si posa», diceva.

«Se si posa su uno specchio, di sicuro è femmina, e se si posa su un fiasco di

vino, è chiaro che è un maschio!»

 

35

 

Aveva un carisma speciale con i bambini, che lo cercavano e lo amavano e

potevano giocare col cordone del suo saio e non si spaventavano affatto quando

sentivano quel suo particolare “strillo” che anzi li faceva stra-ridere!

Ma era così anche con i giovani, con gli adulti e con gli anziani, con i

credenti e i non credenti. Perché lui amava tutti!

Chiunque nominasse Padre Silvano lo faceva col sorriso e col cuore pieno di

gioia perché è sempre stato piacevole stare in sua compagnia.

Quando ne aveva bisogno chiedeva di poter cenare presso qualche famiglia

rassicurando che andava bene anche un pezzetto di formaggio, bastava quello che

c’era.

Una volta una signora gli disse che non aveva proprio niente: se lo avesse saputo

prima avrebbe preparato qualcosa di meglio, ma quella sera avrebbero cenato

solo con il latte, «Ma va benissimo» ha detto lui.

Quando gli abbiamo chiesto se aveva bevuto il latte ci ha risposto “Certo!

Anca massa!” e siamo tutti scoppiati a ridere perché sapevamo benissimo che a lui

non piaceva affatto.

Tutta la sua famiglia era un po’ intollerante al latte, persino mia madre si ricorda

quelle mezz’ore passate davanti alla tazza di latte prima di andare a scuola

perché proprio non andava giù.

 

 

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                                                                                                                                           Coi fratelli e le sorelle

 

 

Era impossibile tenere i1 muso quando c’era lui perché aveva la capacità di

sciogliere qualsiasi situazione strana e trasformarla in una sana e salutare risata.

E si poteva parlare di tutto perché era semplice, umile, comprensivo ma nello

stesso tempo molto spiritoso, ci regalava battute e barzellette che ricordo ancora

e conservo nel cuore. Perfino quando ci è mancato, tra le lacrime, mi ritrovavo a

piangere e ridere nello stesso tempo pensando alle sue battute che gli uscivano

spontanee e sempre pronte al momento giusto.

Quanti l’hanno conosciuto lo testimoniano e sono felice che tanta gente abbia

provato la gioia di incontrarlo, in parrocchia o nelle proprie case o durante i vari

viaggi che lo zio sapeva organizzare bene.

Era solito documentare in libretti o opuscoli i ricordi dei vari viaggi, o la preparazione

di messe o quant’altro: mi è venuto tra le mani una raccolta di canzoni

che lui ha scritto per i ragazzi ancora ai tempi del collegio quando li portava a

Castelfondo durante il periodo estivo, mi ha stupito quanto lavoro facesse e con

quale cura, meglio di un impiegato.

A volte ci coinvolgeva in qualche suo piccolo lavoretto e si faceva tutto molto

volentieri.

Con le mie sorelle Paola e Marina gli abbiamo dato una mano per pulire

quella grande casa di Castelfondo insieme con le cuoche Gina e Giuseppina, prima

dell’arrivo dei ragazzi e lavorare per lui non ci è pesato per niente e nemmeno

partecipare alla messa che celebrava tutti i giorni con solo noi presenti.

Tutto quello che faceva era fatto con amore, passione ed un entusiasmo tali

che contagiava e trasmetteva anche agli altri.

 

 

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                                                                                                                            Natale 1961 a Rivoltella sul Garda

 

 

Sapeva svolgere tante mansioni quasi quanto una donna di casa ed anche era

Di sicuro dal cielo ha avuto qualche aiuto, anche perché era solito chiederlo

l’aiuto, quante volte l’abbiamo sentito chiedere «Misericordia!». A volte chiedeva

semplicemente che ci fosse il bel tempo per portare a termine i suoi vari progetti:

che ricordi io quando arrivava lui c’era sempre il sole!

E io ringrazio Dio che lo zio Silvano sia sempre stato un sole per noi e ancora

lo sarà!

Ora mi posso permettere di invocarlo nelle mie preghiere e ho l’impressione

che sia già all’opera anche in cielo.

Nel giorno del funerale gli ho chiesto di dare una mano per le violenze ai

bambini e alle donne e la sera stessa o i1 giorno dopo, al Telegiornale c’è stata la

notizia della liberazione di una ragazza di Como segregata da 24 anni dal padre.

Ed io, stupita, l’ho ringraziato e gli ho chiesto di continuare e di portare aiuto

dove c’è più bisogno ed anche ai suoi cari bambini e popoli bisognosi del Terzo

Mondo, oltre che pregare per me, Antonio, Erica ed Elisa e tutti i nostri cari.

Caro zio Silvano ti abbraccio, tua nipote

 

LENA

 

 

 

 

Il comune amore per S. Antonio

 

 

 

Sono Claudio, nipote primogenito di Silvano Zoccarato. La sua presenza ha

segnato tutte le tappe della mia vita.

Ricordo il momento della sua ordinazione sacerdotale, specialmente per la

poesia che gli ho recitato davanti al capitello di famiglia; più avanti con gli anni

lo zio mi ha fatto conoscere in vari momenti della vita Francescana e Antoniana,

che lui aveva sposato. Per molti anni ho partecipato all’allestimento della pesca di

beneficenza che lui con amorevole cura portava avanti. È stato presente alla celebrazione

del mio matrimonio con Maria Luisa, che per casualità del destino recitò

con i bambini del paese una poesia allo zio al momento del suo sacerdozio,

ha inoltre battezzato le mie figlie Chiara e Serena.

Oltre tutto ciò, ci legava la devozione e passione per S. Antonio; da molti

anni mi aiutava nella raccolta di immaginette del Santo, tutto questo però era andato

a scemare dopo la partenza da Camposampiero per Sabaudia. Una volta arrivato

a Como, essendo forse meno impegnato, ha cominciato a stimolare la mia

passione per S. Antonio. Ricordo con immenso piacere quando spediva testi e

 

 

 

 

 

 

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                                                   P. Silvano con il nipote Claudio

 

commenti sulla vita del Santo, questi mi sono serviti per arricchire le mostre Antoniane

che ho allestito fino ad oggi. Quando gli mostravo la mia collezione, lui

mi stimolava a cercare sempre qualcosa in più, ricordo quando mi disse: “Claudio,

le tue mostre saranno complete quando tu esporrai materiale non solo di Padova

e dintorni, perché S. Antonio è il Santo di tutti e si venera in ogni angolo

della terra.

Qualche mese prima di morire, quasi preso da un presentimento, mi regalò

tutta la sua raccolta di calendarietti di S. Antonio, che lui custodiva amorevolmente

dal 1948, alcuni giorni prima della sua morte terrena mi disse: “Claudio

quando verrò a casa la prossima volta, donerò a te tutti i libri di S. Antonio che

sono depositati nella biblioteca di famiglia, non ci sarà sicuramente custode migliore”.

Zio Silvano oggi non c’è più, ma sento la sua presenza nella mia vita giorno

per giorno; sul mio comodino tengo una sua foto, e nel mio cuore i suoi ricordi.

Ciao zio Silvano.

ZOCCARATO CLAUDIO

 

39

Battesimo della figlia del nipote Claudio

40

 

 

Sempre pronto a dire sì

Di Silvano ricordi ne ho tanti, tra i quali la sua speciale obbedienza, rispettosa,

assoluta, non si rifiutava mai di obbedire, quando gli chiedevano di fare

qualsiasi lavoro diceva tre volte sì.

Un giorno come tanti, siamo andati a raccogliere “l’isca” lungo i fossi per impagliare

le sedie, passò di lì un Padre dei frati Minori di Camposampiero, lo invitò

a visitare il Collegio, da qui iniziò la sua vita religiosa.

I ricordi di mio fratello Silvano sono sempre stati ottimi e mi sarà difficile dimenticare

la sua tragica morte.

ZOCCARATO LUCIANO

fratello maggiore di Silvano

 

 

Matrimonio della sorella Maria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno zio davvero unico e speciale

 

È importante fare memoria delle meraviglie che il Signore ha compiuto in

mezzo a noi, anche se a volte son bagnate di lacrime.

È bello richiamare alla nostra mente e al nostro cuore i segni della Sua Presenza

nella storia e nella vita di ogni persona creata a Sua immagine e somiglianza.

È necessario per me, ma penso di poter esprimere anche quanto vive la mia

famiglia in questo periodo, in particolare la mia mamma Bertilla, cercare di condividere

con quanti hanno avuto “il dono” di conoscere il mio carissimo zio Silvano…

Non posso che balbettare un grazie infinito e riconoscente al Dio dell’amore

per averci donato un fratello ed uno zio così, davvero unico e speciale.

Sono molti i tratti della sua personalità che mi accompagnano in questi giorni,

ma ne richiamo due: il suo appartenere a Dio ed il suo essere figlio di S. Francesco.

Un uomo di Dio. Si, un uomo che in ogni occasione non rinunciava mai ad

annunciare l’amore di Dio, a parlarmi di Lui, a portare il Vangelo come Buona

Notizia per ogni persona e circostanza, a testimoniarlo con la sua stessa vita…

con la semplicità dei santi. Il suo arrivo nella nostra casa era sempre anticipato da

quel “suo” Pace e Bene; un saluto che sempre lo ha contraddistinto e che disponeva

gli animi all’accoglienza, alla serenità, alla benevolenza.

Un uomo Francescano. Si, un uomo che ha fatto suo lo stile di vita povero,

sobrio, lieto, sereno, pacifico, evangelico, missionario…

Un uomo essenziale, gioioso di vivere e di appartenere solo al Suo Signore

Gesù… instancabile lavoratore nella vigna del Signore.

Grazie Signore per avercelo donato ed ora fa che la ricchezza del suo “dono”

si riversi abbondante sulle nostre vite, sulle nostre famiglie, su questo nostro

mondo così assetato di verità e di essenzialità.

E tu caro zio Silvano veglia su di noi ed insieme al mio amatissimo papà Ezio,

che solo di qualche mese ti ha preceduto nella Casa del Padre, continua ad intercedere

per noi presso Dio confermando i passi della nostra vita con la tua benedizione…

Così come facevi quando ci incontravi e salutavi.

Grazie

 

SUOR LUCIA SCAPOLO E FAMIGLIA

 

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Le testimonianze

della comunità di Molella

(1994-2006)

Con i parrocchiani a Molella

 

                                                                                Parrocchiani davanti alla Chiesa parrocchiale dedicata a Nostra Signora di Fatima

 

 

Dava tutto se stesso senza riserve

 

Dopo aver trascorso alcuni anni nella parrocchia di Sabaudia, per padre Silvano

è arrivato l’incarico da Parroco a Molella.

Era un sacerdote capace di rendere partecipi tutti nella vita e nelle attività comunitarie,

in particolare riusciva a circondarsi di molti bambini. Aveva formato

un gruppo numeroso di chierichetti che «ricompensava» con un pacchetto di patatine,

proprio per invogliarli ed avvicinarli alla chiesa nel modo più gradito a un

bambino. Per i ragazzi del catechismo organizzava ogni anno una gita in primavera

per passare una giornata tutti insieme anche con i genitori e metteva a disposizione

di tutti i libri presenti in chiesa per ricerche scolastiche, eccetera.

Era proprio la vita comunitaria il suo impegno maggiore: le attività principali

erano la festa patronale, a luglio, e le due cene comunitarie, tutto al fine di far divertire

i partecipanti e raccogliere denaro per la parrocchia. Riguardo a questo si

può affermare sicuramente che se padre Silvano non fosse diventato sacerdote sarebbe

stato un ottimo manager finanziario. Per fare un esempio,spesso capitava che

il vino diventasse aceto. Senza neanche pensare di buttarlo lo imbottigliava mettendoci

sopra un’etichetta con scritto: «se vuoi mangiare sano, usa l’aceto di padre

Silvano». Con le offerte ne faceva della beneficenza, per ricordare una cosa tra le

tante, la realizzazione di un pozzo in Venezuela.

Durante la sua permanenza a Molella ha anche fondato la Milizia di Maria

Immacolata, ed è riuscito a istituire un gruppo di ministri straordinari dell’eucarestia,

che ogni domenica portavano la comunione in un istituto di riabilitazione,

oltre a seguire con impegno i gruppi gia esistenti. Sempre a lui, inoltre, si deve la

dedicazione della chiesa a «Nostra signora di Fatima».

Ma sicuramente la più grande opera realizzata è la chiesa aMezzomonte, realizzata

grazie ad un terreno donato alla parrocchia dalla famiglia Ceci, alle offerte

della popolazione e all’aiuto materiale dei suoi fratelli e cognati, venuti appositamente

da Padova.

Queste sono le principali opere da sacerdote di padre Silvano. Per parlare invece

di p. Silvano come uomo, si può dire che amava molto la compagnia; dopo

la messa della sera della domenica (messa che per comodità di orario è frequentata

dai membri del «consiglio pastorale» con i quali padre Silvano parlava prima

di prendere ogni minima decisione) non mancava mai un momento di fraternità

utilizzando semplicemente un panettone e un bicchiere di vino, tanto per stare insieme.

Non era raro che alla sera andasse a mangiare a casa di qualche parroc-

 

45

 

chiano; in tutte le case era uno di famiglia, non c’era bisogno di invito o di grandi

cerimonie per averlo ospite. Ogni anno, in questo periodo era sempre atteso nelle

case per la consegna del calendario della parrocchia, a cui lui teneva molto, dato

che è stata una sua idea.

Di cose da dire ce ne sarebbero molte ancora, ma sicuramente il suo modo di

fare avrete potuto vederlo da soli, dato che era una persona che dava tutto se stesso

senza riserve, ed è sicuramente stato così, altrimenti non avreste avuto l’idea di

questo libro-ricordo.

Da quando è andato via, la vita parrocchiale è un po’ cambiata qui. Sarà anche

perchè padre Silvano era un sacerdote «vecchio stampo», ma la sua euforia e passione

nel fare ogni minima cosa, dalla più piccola alla più grande, e la sua capacità

di coinvolgere, sono rimaste vive nelle persone a lui vicine. Dopo 3 anni sento

ancora dire la frase «quando c’era padre Silvano facevamo cosi…» oppure «a padre

Silvano piaceva…» come se fosse ancora qui.

C’era un solo aspetto del suo carattere che non era capito da tutti, ed era il

suo modo di dire le cose, a volte troppo diretto.

 

MICHELA PAPA

 parrocchiana di Molella

 

 

                                            Pranzo del 25° di sacerdozio di p. Silvano e consegna della targa

 

 Innamorato di Maria e della Terra Santa

Circa 21 anni fa, il 29 settembre, arrivava nella Comunità dei Frati Minori

Conventuali di Sabaudia Padre Silvano.

Era arrivato dal nord per inserirsi nella sua nuova Comunità.

Si presentò con il saluto francescano: “Pace e Bene”; mi colpì subito per la sua

gentilezza e disponibilità verso di me. Mi donò una corona del rosario che aveva

portato con sé da un pellegrinaggio a Lourdes; questo, secondo Lui, per farsi perdonare

il ritardo con cui era arrivato.

Dopo esclamò: “Finalmente sono arrivato al porto della salvezza!”.

Grande collaboratore ed animatore nella parrocchia di Sabaudia, tra le altre

cose cui si dedicava, spiccava soprattutto nell’organizzazione delle pesche di beneficenza,

nella raccolta di indumenti che, tra l’altro, mandava in Africa, una terra

da lui tanto amata, e nel curarsi dei ragazzi del Gifra.

Sempre disponibile sia quando si trattava di essere presente al confessionale

o nell’Ufficio Parrocchiale.

Il ’92 è stato un anno particolarmente gioioso per P. Silvano e per la Comunità

di Sabaudia che il 10 maggio festeggia, contemporaneamente, il 25° anno di

Sacerdozio di P. Silvano, il 60° anniversario di Matrimonio dei suoi genitori:

 

46

 

Primo ed Emma, ed il 25° anniversario di Matrimonio della sorella Maria e del

marito Evaristo. È stata proprio una gran bella festa; in parrocchia non se ne vedono

tante di simili occasioni. La Comunità, in questa occasione, dona a P. Silvano

il più grande e gradito regalo cui lui tanto aspirava: un viaggio inTerra Santa,

che realizza il 15 settembre dello stesso anno recandovisi in pellegrinaggio.

È stato un grande organizzatore di Pellegrinaggi oltre che inTerra Santa anche

a Lourdes e a Fatima.

Grande “Economo” dal 1991 al 1994 e cappellano delle tre cappellanie di

Sabaudia (S. Isidoro, S. Andrea e S. Sacramento).

Dal 1994 al 2006 Parroco della Parrocchia Nostra Signora di Fatima nella

frazione di Molella (Sabaudia).

 

ANTONIETTA SECCI

sua collaboratrice

 

                                                                                                           P. Silvano e alcuni collaboratori parrocchiali

47

 

 

                                                            P. Silvano in Terra Santa (Betlemme)

 

 Ad una persona speciale

Un pensiero speciale ad una persona che ha segnato la storia del territorio e

della Parrocchia di Molella.

A molte persone manca la sua presenza, la sua simpatia, la sua semplicità nel

parlare della parola di Dio…

Egli mi ha accompagnato nel periodo della gioventù e della mia adolescenza,

mostrandosi molto aperto alle problematiche attuali dei giovani, senza rifugiarsi

nella logica obsoleta adottata da altri sacerdoti.

 

I ricordi che ho di quest’uomo buono sono molteplici ed indelebili:

quando ho ricevuto il sacramento della Cresima si è fermato per i festeggiamenti

insieme al Vescovo; durante le feste che c’erano nelle famiglie era sempre

presente e molto di compagnia. Era un uomo che amava intrattenersi con i suoi

parrocchiani anche dopo le funzioni religiose; si è ben integrato nella nostra comunità…

ed è per questo che il suo ricordo non svanirà facilmente!

                                                                   GRAZIE PADRE SILVANO!

 

ANDREA SANTARPIA

 

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                                        P. Silvano con i genitori (25° anno di sacerdozio)

 

                                                                                                  P. Silvano con Antonietta Secci collaboratrice parrocchiale

 

Alcuni ricordi sull’operato di P. Silvano Zaccarato

nella Parrocchia di Nostra Signora di Fatima a Molella

 

Premessa: è difficile descrive la missione di un sacerdote in due righe,ma cercherò

di farlo in modo molto sintetico nel descrivere il percorso di vita sacerdotale

in questi dodici anni presso la Parrocchia Nostra Signora di Fatima.

P. Silvano prende in consegna, secondo quanto ordinatogli dalla curia vescovile

nell’Ottobre del 1994 (subentrando a P. Tarcisio) la parrocchia Nostra Signora

di Fatima, situata in una piccola e rurale frazione di Sabaudia (LT)

denominata: Molella. L’edificio, con la sua architettura risalente al termine degli

anni 70 è in piena armonia con la vegetazione del Parco Nazionale del Circeo.

Proprio queste peculiarità hanno fatto si che P. Silvano prendesse a cuore la

Chiesa, assegnatagli e con essa la comunità parrocchiale di Molella.

P. Silvano ha incontrato nella sua missione notevoli difficoltà ma la sua carica

di buona volontà ed il suo carisma gli hanno permesso di superarle inserendosi al

meglio nella comunità parrocchiale che nel corso del suo operato l’ ha apprezzato

giorno dopo giorno.La fede forte e chiara che guidò il Parroco P. Silvano gli con-

 

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                                    Parrocchiani in festa davanti alla parrocchia di Molella

 

sentì di proseguire l’operato di Padre Tarcisio con gruppi di preghiera sempre numerosi,

con il suo zelo con l’aiuto di tutta la comunità parrocchiale realizzò la biblioteca

presso la sacrestia della Chiesa. Con la partecipazione del consiglio

Pastorale ha portato al termine feste Parrocchiali cene comunitarie, mercatini, pesche

di beneficenza, il calendario parrocchiale.

 

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                                                                                                Visitazione della Bianca Regina dei gigli a Molella

                                                                                                                                       Con il Vescovo a Molella


 

Tutte iniziative che avevano un unico fine aggregazione sociale, accrescimento

della fede in DIO Poco distante dalla frazione di Molella vi è situata la località di

Mezzomonte, dove per molti anni P. Silvano ha celebrato la santaMessa all’interno

della scuola elementare, a causa della mancanza di un edificio adibito al culto religioso.

Proprio questa situazione spinse P. Silvano ad avanzare la proposta di costruire

una chiesa per la comunità di Mezzomonte. Diverse e non poche furono

le difficoltà le opposizioni che dovette affrontare, ma le superò grazie all’ aiuto

della forte fede nella sua figura da parte della comunità. Si cominciò la costruzione

della chiesa grazie alla donazione del terreno da parte della famiglia Ceci, dove

venne realizzata dopo circa quattro anni di lavoro. Con la dedicazione al Santo Antonio

da Padova e venne inaugurata in occasione del anno del Giubileo del 2000.

La vita sacerdotale di P. Silvano abbracciava l’istituto Fisioterapico Franceschini

di Selva Piana: un luogo di cura per riabilitazioni con lunga degenza anch’esso

situato all’interno del Parco Nazionale del Circeo, qui il Parroco con i suoi

saggi consigli e le sue battute al momento giusto era solito celebrare la santa Messa

ogni Venerdì.

Il modo impeccabile di svolgere la sua missione di fede ha diffuso nella comunità

da Lui seguite un viscerale senso di stima, gratitudine e immenso amore

che nel giorno della sua partenza hanno lasciato un profondo ricordo della sua persona

sia di uomo che di sacerdote conservate nelle parole. Consapevole che non

avrebbe più fatto ritorno in questi luoghi, disse: “lascio questa terra con tanto

rimpianto”.

La comunità parrocchiale è ora seguita da P. Adalberto.

 

GIULIO PICA

 

 

 

 

                       Le testimonianze

                   della comunità di Como

 

                            (2006-2009)

 

                                                          Arrivo a Como di Padre Silvano nell’ottobre 2006

 

L'umorismo della geometria piana

“Pace e bene”!! Quante volte abbiamo sentito queste parole, suonavano quasi

come un ritornello ogni volta che si incontrava Padre Silvano. Questo era il suo

saluto, sempre gioioso e coinvolgente, a cui spesso e volentieri faceva seguito una

barzelletta…tu stavi lì, serio, ad ascoltare e alla fine ti rendevi conto che ti aveva

“fregato” con una delle sue perle di umorismo!!! Fa effetto fermarsi a rileggere

queste prime righe, tutte al passato…sì perché purtroppo Padre Silvano ci ha “tirato”

davvero un brutto scherzo, ci ha abbandonato in una circostanza cosi strana,

cosi banale che ormai, a distanza di circa un mese, non sembra ancora vera.

Sei arrivato con discrezione e pian piano ti sei fatto conoscere, apprezzare e

stimare da tutti i parrocchiani e non; eri un punto di riferimento quotidiano per

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                                                                                                                                             Festa di arrivo a Como

 

tutti i fedeli che ogni giorno si recavano in Chiesa: due chiacchiere, un saluto,

una pacca sulle spalle di conforto, sempre con quel sorriso sulle labbra e quella

tranquillità che trasmettevi.

Ci è voluto un po’ di tempo e diversi “rimproveri” per farti capire che una

buona predica non deve superare i dieci minuti…e più volte hai fatto presente ai

fedeli che avresti voluto approfondire qualche concetto ma che non potevi, perché

altrimenti qualcuno poi ti avrebbe rimproverato…

Ricordiamo con nostalgia le tue improvvisate a casa per il caffè del dopo

pranzo; era un momento particolare, durante il quale si parlava, si condividevano

le proprie opinioni, si proponevano idee per la pesca, per i pellegrinaggi… ci si

confrontava per cercare di trovare la migliore soluzione possibile… e nel mezzo

della discussione ecco la barzelletta!!! Mannaggia ci ha fregato ancora!!!

Soddisfatto tornavi in Convento perché dovevi dedicarti allo studio della tua

materia preferita, la geometria piana!

La stessa cosa è successa anche quel pomeriggio; ci hai salutati come ogni altra

volta, chi avrebbe detto che sarebbe stata l’ultima…la notizia della tua scomparsa

ci ha lasciati sgomenti e allibiti…il lunedì sera ci saremmo dovuti ritrovare tutti

in Chiesa per pregare per la tua guarigione ed, invece, tu eri li con noi, con quella

tua solita espressione di sorriso!

La Chiesa era gremita, al termine del Rosario si incontravano tantissimi volti

conosciuti; una sensazione strana, solitamente tutta questa gente si vede solo in

circostanze come la Messa di Natale ed, invece, in un giorno settimanale e lavorativo,

sei riuscito a radunarli tutti quanti, con la tua semplicità e bontà.

Ehi adesso si è fatto tardi, ti lasciamo studiare la tua materia preferita, però ti

chiediamo soltanto una cosa: ogni tanto distraiti dallo studio, pensa a noi, guarda

giù e proteggici.

Non ti dimenticheremo mai!!

E nella testa risuona spesso un ritornello… “Pace e bene”…

ALFREDO, ARMANDA, ANDREA, ROBERTA, ANDREA E STEFANO

 

 

Non servono tante parole per amare

Caro Padre Silvano,

Mi rivolgo direttamente a te perché so che ci vedi, ci ascolti e ci proteggi. Ti

immagino abbracciato a Dio Padre che ti dice: “Bravo figlio mio, hai portato un

po’ di gioia, di comprensione, di disponibilità e di buona stampa nel mondo che

ti ho affidato.” Il buon Dio ha deciso di chiamarti a Lui perché il tuo cuore era

ormai pieno e traboccante di amore. Ma in questa parrocchia di Como ci mancherai

tanto; mi mancherà il tuo dolce e rassicurante sorriso, le tue barzellette per

farci sorridere alla vita, il tuo desiderio di dire al mondo intero che non servono

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tante parole per amare. Porterò sempre nel mio cuore la tua testimonianza e spesso

nei momenti difficili ti ho chiesto e continuerò a chiederti di aiutarmi a sorridere

come sapevi fare tu. E quando il cielo e la terra s’incontreranno definitivamente,

ci incontreremo per vivere una Pasqua senza fine!. Grazie Gesù per avermi fatto

incontrare una persona così speciale…

DORA

 

 

 

Piccolo ricordo di Padre Silvano

Non sono un Vs. parrocchiano, però frequento, solo o con mia moglie, abbastanza

spesso il vostro santuario, anche al di fuori degli orari liturgici.

È così che ho imparato a conoscere Padre Silvano, passando dai saluti ai colloqui,

confidenze e anche esternazioni di crucci e preoccupazioni personali. È così

capitato a volte che, dopo una chiacchierata seduti all’ultimo banco della Chiesa,

mi venisse da chiedergli: ma questa è stata uno scambio di idee tra coetanei o una

confessione?

Risposta: vai all’altare della Madonna, fai la tua penitenza e portati a casa la

mia assoluzione.

Frequento ancora la vostra basilica, ma entrando non riesco a dimenticare:

“Salve Padre Silvano”… “Pace e Bene”.

Forse col passare del tempo, non sarà più così, o forse NO!

Con tanta devota amicizia.

ANONIMO

 

 

Padre Silvano, un'impronta di bontà

Carissimi Padri e Comunità tutta di Sant’Antonio,

pur non essendo una vostra parrocchiana, mi permetto di scrivere questa riflessione

sul compianto Padre Silvano. Era già mio desiderio poter condividere

con voi la ricchezza ricevuta in una recente Confessione con lui e la Provvidenza

ancora una volta mi ha aiutata dandomi la possibilità di farlo con questa vostra

raccolta. Mi unisco al vostro dolore ringraziando il Signore per il dono di averlo

incontrato nella mia vita.

Fin da bambina ho frequentato il vostro Santuario con una speciale devozione

a Sant’Antonio; spesso, ancora oggi, mi capita di vivere con voi le Sante

Messe, la festa di giugno, eventi particolari e soprattutto il momento di riconciliazione

con il Signore nella Santa Confessione.

Proprio il sabato prima dell’assurda disgrazia ho incontrato Padre Silvano

nella speciale Confessione che ora voglio raccontarvi perché nelle sue parole si

scorge un testamento di vera vita cristiana. Queste parole sono troppo ricche di

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umanità e di amore per Cristo per tenerle egoisticamente solo per me. Voglio condividerle

con voi: come hanno aiutato me, possono e devono aprire il cuore di chi

sta leggendo e, magari, ha bisogno di conforto. Perdonatemi se ho preferito rimanere

nell’anonimato: è una decisione dettata dal fatto che i contenuti sono

molto personali.

Quel sabato sono entrata nel vostro Santuario per chiedere perdono al Signore di

tutte le mie mancanze. Pensavo che avrei vissuto la «classica confessione» e invece…

…La Chiesa era vuota. Noto due suore che sistemano i fiori sull’altare e una

coppia anziana di sposi che parlano con un padre dal volto buono seduto a un tavolino

in fondo alla Chiesa. Mi avvicino ai confessionali ma nessuna lucina rossa

è accesa.Mi dico: «Non c’è nessuno per la Confessione». Decido di andare a chiedere

al Padre in fondo alla Chiesa come dovevo fare. Mi avvicino mentre saluta

la coppia e si rimette a leggere con attenzione un quotidiano. «Buongiorno Padre.

Scusi, non c’è nessuno per la Confessione?».Mi guarda e mi colpisce la bontà del

suo sguardo e la sua voce dolce e calma. «Ma…» dice sorridendo «se ti accontenti

di me...»! Resto sbalordita ad una tale risposta segno di profonda umiltà. «Ma

certo» rispondo sorpresa. Io devo accontentarmi? Che risposta inaspettata. Poi mi

invita a sedermi nel penultimo banco della Chiesa. «Va bene se ci mettiamo qua?».

«Sì». Inizia la confessione più bella della mia vita almeno fino ad ora. Posso definirla

«più bella» perché ho sentito di incontrare veramente il Signore nelle parole

di Padre Silvano. È stato un lungo dialogo fitto e carico di fede cristiana. Mi limito

ad accennarne i passaggi più significativi.

Chiedo perdono al Signore per tutte le volte che non sono riuscita ad andare

d’accordo con mio marito: Padre Silvano mi guarda e incalza: «Nel conflitto…chi

vince?» Resto di nuovo sorpresa ma stavolta non rispondo perché dinanzi a una

domanda così inusuale in una confessione non ho trovato le parole per rispondere.

Vincere? «Ma» …ho pensato dentro di me «a me non interessa vincere io vorrei

avere la pace». A quel punto arriva la risposta, un dono incommensurabile, la parola

di Dio nella voce e nel cuore di Padre Silvano: «VINCE CHI AMA DI PIÙ!».

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                                                                                                                   2007, Consiglio Pastorale Parrocchiale

All’udire quelle parole mi sono sentita toccare nel cuore dalla misericordiosa bontà

di Dio. La soluzione è tanto semplice come ho fatto a non pensarci: l’Amore che

sa amare davvero al di sopra di ogni limitatezza umana con gratuità.

Presa poi dallo sconforto perché vorrei che la mia famiglia fosse davvero una

piccola «Chiesa domestica» confesso a Padre Silvano la fatica nella costruzione di

una autentica coppia cristiana e gli chiedo consiglio.

Confido a lui il desiderio di coinvolgere maggiormente mio marito in un

cammino di fede come sposi e soffro per l’accoglienza fredda di questa proposta

da parte di mio marito.

«L’unica cosa che condividiamo come momento di fede è la Santa Messa alla

Domenica» affermo tristemente. «Ma è già una buona cosa» ammette Padre Silvano.

«Sì, ma io vorrei di più, anche momenti di preghiera insieme. Solo che nelle

mille preoccupazioni e impegni quotidiani è difficile trovare spazio per pregare.

Gli ho proposto anche degli incontri con altre famiglie che possono servire anche

da confronto, ma nulla non vuole.» «E tu proponiglielo di nuovo, digli almeno

una volta proviamo se poi non ti piace non andiamo più. Insisti. Sai qua c’è un bel

gruppo di famiglie, si incontrano la domenica una volta al mese, stanno insieme

in semplicità. Sono talmente tante che Padre Giovanni non sa più come fare.» «Che

bello: piacerebbe anche a me» sussurro e lui riprende: «Tu non stancarti: proponiglielo

ancora»! Si alza, va verso il tavolino e mi porta il quotidiano che stava leggendo:

«Vedi il Papa ha finito i suoi esercizi spirituali. Il tema era: INCONTRARE

e SEGUIRE Gesù. Nella tua vita devi incontrare e seguire Gesù. Lo devi fare incontrare

anche a tuomarito, lo dovete seguire insieme.» Guarda nel vuoto, lontano,

e ripete «Incontrare e seguire Gesù…ricordi?Maestro dove abiti? Venite e vedrete!»

Che stupendo momento di evangelizzazione. «Certo che mi ricordo» e il mio pensiero

vola alla Giornata della Gioventù a Parigi e lui sembra leggermelo nel cuore.

«La vedi quella suora laggiù? Ecco lei ha seguito l’invito di Giovanni Paolo II nella

GiornataMondiale della Gioventù nelle Filippine «Giovani seguite Cristo». Dopo

tre mesi è entrata nel convento delle suore ed ora eccola là: un’anima bella e semplice.

Questo significa incontrare e seguire Gesù!» Ero colpita dal tono caldo e profondo

della sua voce, dalla pace interiore del suo sguardo. Davvero lui, Padre

Silvano, aveva incontrato e seguito Gesù. Poi continua: «Stasera nella Messa prefestiva

ci sarà il vangelo della trasfigurazione: i discepoli hanno incontrato in maniera

speciale Gesù…pensa che meraviglia là sulla montagna, vogliono restare là».

Leggo nel suo volto il desiderio di incontro con Dio. Si alza di nuovo e mi porta

un libretto. Vedo che sul suo tavolino ne ha altri. Me lo mostra. «Vedi questo librettino?

Ogni giorno una preghiera edito da Piemme. Quella coppia di prima è

venuta a ringraziarmi perché l’ho dato anche a loro e gli è servito molto. Pensa ne

ho dovuto ordinare altri, lo vogliono in tanti.» Lo sfoglia con tenerezza e mi mo-

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stra alcune preghiere. «Sono 365 preghiere, una al giorno. Tu e tuo marito leggetene

una prima del pasto. Basta questo sai? Non pensare a cose grandi, questa è già

preghiera, è il passo per incontrare e seguire Gesù.»…

La Confessione termina e lo saluto con una stretta di mano ringraziandolo.

E aggiunge: «Se la prossima volta non trovi nessuno, là c’è il campanello per le

Confessioni, suona pure senza timore di disturbare…uno di noi arriverà!». Dopo

un breve momento di preghiera lascio il Santuario, guardando con benevolenza

e gratitudine quel Padre seduto di nuovo al suo tavolino, assorto nella lettura, che

mi ha fatto incontrare Dio. Ritorno alla mia vita, raccontando a mio marito questo

incontro speciale e ripensando di tanto in tanto a quella «non classica» Confessione

con la certezza che ora tocca a me seguire Gesù nella mia vocazione di

moglie e di mamma.

La domenica successiva nella Santa Messa alla Casa Incontri Cristiani a Capiago,

Padre Luigi ci invita a pregare per Padre Silvano di Sant’Antonio «è grave,

è in coma all’ospedale». Un tonfo al cuore. «Non è possibile», penso, «mi ha confessata

settimana scorsa, stava bene. Una persona così buona non se lo merita. Signore

assistilo tu.» Ho pregato con il cuore stretto dal dolore.

Lunedì sera la triste notizia: ci ha lasciati.

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Questa Chiesa non è la nostra parrocchia, ma la frequentiamo quasi tutte le

domeniche trovandoci molto bene con tutta la Comunità dei frati, i quali quest’anno,

ricorrendo l’anno Paolino, hanno organizzato un pellegrinaggio in

TERRA SANTA e Padre Silvano doveva essere il nostro accompagnatore.

Purtroppo il Signore l’ha chiamato con Lui.

Anche da Lassù, continuerà a trasmetterci quei valori di umiltà e bontà profondamente

radicati in Lui.

Avremo sempre un bellissimo ricordo di padre Silvano, per le esemplari ed efficaci

argomentazioni che presentava nella spiegazione del santo vangelo e del

Padre nostro cantato nelle Sue Celebrazioni.

Un requiem in suo Suffragio.

FAM. CERUTI

Oltrona San Mamette (Co)

 

Frate simpatia

P. Silvano, era la simpatia in persona. Lo ricordo, la domenica, vicino alla sua

bacheca al termine della S.Messa. Un sorriso sempre pronto, ed una battuta sempre

pronta, oltre al suo unico modo di salutarmi, dicendomi: “Evviva!”.

E poi lo ricordo nella saletta tv del convento, dopo cena, quando a volte mi

sedevo con lui a commentare le notizie del telegiornale. Ed era sempre così, con

il volto sereno ed un spirito formidabile.

Frammenti di vita quotidiana che ho avuto il piacere di condividere con lui.

Mi dispiace, di non averlo goduto di più.Ma faccio tesoro di ogni buona parola,

di ogni battuta spiritosa e di ogni sguardo, carico di simpatia e amicizia che mi

ha saputo regalare con la sua semplicità. E sono sicuro, che dal Cielo, anche in

questo momento, ci stia regalando il suo sorriso!

MAURO R.

 

 

Riconoscente per la sua disponibilità e la sua semplicità. Grazie P. Silvano.

Dal cielo interceda presso Dio in favore della nostra Parrocchia “S. Antonio”.

Personalmente “Grazie” per le correzioni che con delicatezza mi ha suggerito.

Con molta stima cordiale, sono sicura che ha già il sublime conforto.

Preghi per noi.

F.C.

 

Pur non avendo conosciuto in modo approfondito Padre Silvano, l’ho comunque

apprezzato come oratore, confessore; ma il suo ricordo è legato anche al

sorriso e al saluto, con i quali ha saputo accogliermi fin dal primo giorno che sono

entrata nella vostra Chiesa… «Pace e bene».

GRACE307

 

Ricordo con emozione il primo giorno che Padre Silvano è entrato a far parte

di questa bella Chiesa di S. Antonio. Silenzioso, delicato, appariva in ogni angolo.

La confessione era un incoraggiamento a fare sempre meglio.

Era ricco di bontà, umiltà e semplicità e intratteneva con amicizia. La sua

vita era improntata a tanto amore a Gesù e alla Madonna.

Lo ricorderemo a lungo e con affetto profondo.

M. MOLTENI

 

Va… e non peccare più

Ho visto il vostro invito ad inviare qualche esperienza vissuta con Padre Silvano,

e nonostante immagino ce ne saranno tantissime ben più importanti e profonde

mi sento di mandare anche questa mia piccola e semplice testimonianza,

quasi «ordinaria» potrei forse dire, immaginando che probabilmente è stata condivisa

da tutti quelli che si sono confessati da lui.

Mi riferisco appunto all’esperienza della confessione che negli ultimi due anni,

pur essendo di un’altra Parrocchia, ho fatto con Padre Silvano.

A parte la profonda sensibilità umana, la capacità di cogliere sempre (e saper

ben separare) il dramma del peccatore dietro il peccato e il dono naturale di infondere

poi coraggio e speranza, quelle che vorrei sottolineare sono le parole con

le quali sempre mi congedava alla fine della confessione, dopo l’assoluzione: «Il Signore

ha perdonato i tuoi peccati», diceva, «va e d’ora in poi…» lasciando in sospeso

la frase, aspettando appunto ch’io concludessi: «…non peccare più!»,

simulando la famosa scena evangelica dell’adultera rimandata libera dopo aver rischiato

la lapidazione. «Già», concludeva anche lui ripetendolo e talvolta sovrapponendo

la sua voce alla mia: «…non peccare più!» Confesso (questa volta

pubblicamente) che la prima volta m’era molto piaciuto, ma che diventando una

prassi ordinaria, talvolta mi faceva dentro di me sorridere (ora sai, Padre Silvano,

che quello ahimè era già il primo peccato che commettevo subito dopo l‘assoluzione)

sia pure simpaticamente, e talvolta mi pareva quasi una provocazione (se

così fosse, mi suggeriva già la prima tentazione post-confessione, non ci sarebbe

bisogno di ritornare qui ogni volta, e in più sembra essere in contrasto con l’assunto

che ogni uomo davanti a Dio è peccatore).

Beh, non mi dilungherò sulle conversazioni con Padre Silvano riguardo questi

pensieri; vorrei solo dire che ora mi manca quella formula conclusiva, e che

anche se entrambi sapevamo che sarei tornato il mese dopo con un altro fardello

di peccati, non era per niente una frase di rito; oggi mi appare più chiaro il senso

di quelle parole, meno scontato, meno simpaticamente risibile, meno incompatibile

con la nostra comune realtà di peccatori.

Grazie, Padre Silvano; il Signore ti renda il cento per uno del bene che hai

fatto e ti accolga come il «servo buono e fedele».

LUCIANO

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Quando muore qualcuno diciamo sempre era bravo e buono.

Padre Silvano lo era veramente. Se avevo bisogno potevo contare su di lui.

Con il suo sorriso, la sua semplicità, sapeva trasmettere serenità. Trasmetteva

fiducia a credere nel Signore Gesù Cristo.

Diceva: Gesù è vicino a noi, ci protegge e ci guida.

Aveva una fede profonda, vera. Ho provato dolore per la sua improvvisa

morte, ma come dice Padre Fernando sarà sicuramente in Paradiso.

VADIN AGNESE

 

Grazie caro Padre Silvano, per la tua pazienza nell’ascoltarmi, per la tua comprensione

e per i tuoi consigli preziosi. Ogni giorno quando giungo alle porte

della Chiesa provo tanta nostalgia, mi manca tanto il tuo sorriso e il tuo saluto che

era “Pace e Bene”.

Ti fermavi quasi sempre con noi per il S. Rosario, ci tenevi molto che venisse

recitato bene senza fretta. Ti raccomando di intercedere presso il buon Gesù e la

Vergine Santa che tanto amavi, per la tua amata parrocchia di S. Antonio.

Sono certa che ora tu, dai giardini del Paradiso ci sorridi e ci invii la tua benedizione.

Con affetto Pace e Bene Padre Silvano.

GIULIANA

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                                                                                               25 marzo 2007, 40° anniversario di sacerdozio

Chi è a capo è a servizio

Per le scelte e le decisioni importanti della mia vita ho sempre cercato il confronto

e il consiglio per cogliere la volontà di Dio attraverso gli eventi che caratterizzano

la nostra esistenza, per poter poi rispondere e aderire con slancio e

consapevolezza.

Così, quando al lavoro mi è stato proposto un ruolo di responsabilità, ne ho

parlato con Padre Silvano: ero titubante, indeciso, solo 24h per dare una risposta.

Padre Silvano mi ha ascoltato con attenzione, ha sciolto i miei dubbi e mi ha

incoraggiato ad accettare la proposta ad una condizione: ricordare che chi è “a

capo” è “a servizio” e di averlo sempre presente quando mi sarei recato al lavoro.

Mi ha fatto notare che la responsabilità che mi veniva proposta non era per

me, ma per gli altri che mi erano affidati.

Si intuisce che stando così le cose tutto cambia!

Grazie Padre Silvano, perché quando al mattino sono in macchina per raggiungere

il posto di lavoro chiedo a Gesù di venire a lavorare con me e di insegnarmi

l’arte del servire!

ANONIMO

 

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                                          9 dicembre 2007, accoglienza nuove famiglie in parrocchia

 

La sua amicizia resterà sempre come una grande impronta

Non è molto difficile dire qualcosa di buono di Padre Silvano, basta ricordarselo

come era: semplice, affettuoso e sempre con un sorriso che infondeva serenità

in tutti, sempre pronto ad ascoltarti e a darti un buon consiglio.

Ricordo ancora la prima volta in cui gli ho parlato: dopo una esuberante

stretta di mano e un “Pace e Bene” mi sembrava che attorno a noi si fosse creato

un qualcosa di magico che ci dava pace e serenità e ci permetteva di parlare come

se ci fossimo conosciuti da sempre.

Ancora non mi sembra vero non vederlo più alla fine della S.Messa sempre

pronto vicino alla “sua bacheca” sorridente ed invitante ad offrirti qualcosa…

Una cosa è certa, la sua amicizia resterà sempre come una grande impronta

nel mio cuore, assieme alle persone a me più care!

Ciao Padre Silvano!

LUISA MOLTENI D’AGOSTINO

 

Sono qui per te

Ho conosciuto padre Silvano nel periodo di Natale 2006 e subito ho apprezzato

e amato la sua disponibilità totale.

Le mattine quando passavo dalla chiesa di S. Antonio, lo vedevo seduto su un

banchetto a leggere e studiare,mi avvicinavo quasi in punta di piedi con la “paura”

di disturbare e gli chiedevo: “Padre La disturbo?” E Lui guardandomi con quella sua

dolcezza unica mi rispondeva: “Sono qui per te, ero qui che ti aspettavo figliolo!”.

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       11 maggio 2008, p. Silvano con l’amico d’infanzia e di seminario Luigi Carraro e con Natale Carelli

 

Paralizzante la sua semplicità la sua unicità,ho incontrato molti bravi Sacerdoti

nella mia vita, ma le dolci parole di padre Silvano, Carità e Generosità rimarranno

solcate per sempre nel mio cuore. Grazie Padre Silvano e continua da

Lassù a pregare per tutti noi che ti abbiamo apprezzato ed amato.

NAZZARENO BELLOCCO

 

Como, 14 aprile 2009

All’Amico fraterno Padre Silvano e a tutti i Frati

della Parrocchia Sant’Antonio

Come ricordare con poche righe, un amico che, senza darci il tempo di prepararci,

ci ha improvvisamente lasciato per tornare al Padre? Semplicemente ricordandolo

com’era: un Frate buono e gioioso. Un Frate innamorato di Dio,

sempre pronto ad ascoltarti e a sorridere.

Padre Silvano lo si poteva incontrare tutti i giorni in Chiesa, entrando sul

lato destro, dove era posizionata la sua “postazione” formata da un piccolo tavolino,

che utilizzava per aggiornare il “Registro delle attività della Parrocchia” o

dove leggeva e studiava, in attesa di essere contattato da qualche fedele, in visita

al nostro Santuario.

Mi accoglieva sempre con un sorriso e con la tipica frase “Pace e Bene”. Era

sempre pronto alla battuta e alla risata. A volte in Chiesa mentre lavoravo, lo coinvolgevo,

suo malgrado, nella mia risata un po’ troppo rumorosa, tanto da essere

“sgridati con lo sguardo” da qualche anziana fedele raccolta in preghiera. Lui sor-

68

P. Silvano con la famiglia Carelli

 

ridendomi, mi zittiva con il gesto dell’indice della mano e, sottovoce, m’invitava

a fare una pausa, andando a prendere il solito caffè. L’ultima occasione è stata

quando con dovizia di particolari descrivevo le varie fasi di uno scherzo simpatico

propinato a un Frate. Rammento che rideva con le lacrime agli occhi.

La sua morte drammatica e improvvisa, mi ha profondamente turbato e addolorato

e, non nascondo, che ho pianto per giorni.

Durante la celebrazione del suo funerale effettuata anche nel Santuario di

Camposampiero, ho ascoltato con occhi pieni di lacrime, alcuni pensieri letti da

suoi familiari, ex suoi parrocchiani e da un suo nipote Sacerdote.

Tutti rimarcavano alcune doti tanto evidenti in lui; una grande umanità, il suo

grande amore per Dio, la famiglia. Ho appreso che durante la sua permanenza a

Camposampiero, il suo sorriso, la sua disponibilità, l’amore per Dio ha contribuito

a far nascere tante vocazioni sacerdotali.

Durante la lettura di queste riflessioni, mi sono ricordato inevitabilmente di

una situazione familiare strettamente personale, dove una persona a me cara, per

molto tempo, senza un’apparente ragione, mi aveva escluso dai suoi pensieri. Una

situazione che mi addolorava moltissimo.

Durante il rito funebre, ho pregato tanto perché lui intercedesse su questa

persona in nome di Dio e dell’amore della famiglia che lui amava tanto.

Il giorno dopo sul posto di lavoro, sono stato contattato telefonicamente da

questa persona, la quale lasciandomi senza parole, testualmente mi diceva: “Ciao

Nata, ho saputo della morte improvvisa di quel Frate tuo amico, mi dispiace tanto,

scusami se non ti ho chiamato prima, ti voglio bene”.

Sono ancora commosso, ritengo che questo sia il regalo personale che mi ha

fatto questo Frate tanto buono. Sono sicuro che in questomomento particolare per

la mia famiglia, stia pregando con noi. Grazie Padre Silvano, ti vorrò sempre bene.

Pace e Bene.

NATALE

 

I fiorellini per p. Silvano

Signore, io voglio ringraziarti di cuore per tutto il tempo, seppur breve, che

hai voluto lasciare padre Silvano in mezzo a noi.

Era davvero una gioia sapere che venendo in chiesa per salutare Te, avremmo

trovato padre Silvano, una presenza umana, umile e discreta, gioiosa e disponibile.

Io portavo molto spesso in chiesa il mio nipotino a fare un breve saluto a

Gesù, per lui era una gioia incontrare padre Silvano che gli faceva alcuni scherzetti

e trovava sempre qualcosina da regalargli per farlo tornare a casa contento.

Quando ho detto al mio nipotino che padre Silvano si è addormentato mi ha

detto che voleva vederlo e mentre ci recavamo in chiesa raccoglieva i fiorellini per

lui… arrivati davanti alla salma voleva svegliarlo.

69

Anche mio marito il quale è schivo a parlare dei suoi sentimenti, mi ha detto

che anche lui da padre Silvano ha imparato che alla fede, la speranza e la carità bisogna

aggiungere l’umiltà che molto bene ha recato al nostro rapporto di coppia.

Grazie padre Silvano.

MARINA SIBIO

 

Il nostro sabato del “PACE E BENE”

Per noi Suore ogni sabato era speciale perché dopo la S.Messa e la colazione andavamo

a compiere la nostramissione in parrocchia. Li ci aspettava sempre qualcuno,

seduto alla scrivania indovinate chi era?… Naturalmente P. Silvano che ci intratteneva

con le sue squisite barzellette e sempre poi concludeva a con un bel pensiero spirituale.

Questo per noi era un momento sereno era come il nostro Pit-stop.

Poi iniziavamo il nostro lavoro in chiesa, lavoro che spesso veniva interrotto

dal canto degli uccelli e quando voltavamo lo sguardo per cercarli ci accorgevamo

che era sempre P. Silvano che con il suo leggero fischiettio si avvicinava per offrirci

caramelle e il suo immancabile “Pace e Bene”.

Questo è uno dei nostri ricordi indimenticabili.

LE SUORE DELL’ASILO

 

70

                                                     20 gennaio 2007, cena all’asilo parrocchiale

 

 

Indimenticabile Padre Silvano

Siamo in molti, noi parrocchiani di S. Antonio in Camerlata, a sentirci orfani

di Padre Silvano. Nella pur breve storia della Parrocchia, vi sono state parecchie

figure di religiosi che hanno lasciato indelebili segni nell’animo dei laici membri

della comunità. Ma la loro permanenza si è generalmente proiettata in archi di

tempo ben più lunghi.

A farci sentire profondamente “nostro” padre Silvano sono bastati soltanto due

anni e mezzo, esattamente il periodo che egli ha trascorso tra noi. Non era Guardiano,

né Parroco o cappellano, né ha fatto alcunché per imporre o far risaltare la sua

persona; anzi, al contrario, evitava istintivamente di attirare l’attenzione su di sé e sui

suoi sostanziosi contributi alla vita dei religiosi, del santuario e della parrocchia.

Ciononostante egli è entrato con dolce delicatezza nei nostri cuori e, quasi

inavvertito, ha occupato uno di quei posti che di solito riserviamo esclusivamente

alle persone care. E appunto come avviene dopo la loro scomparsa, nei confronti

delle figure per le quali nutriamo affetto, il loro ricordo si fa più acuto. Non tanto

quando li pensiamo e li consideriamo nel quadro della loro complessa personalità,

quanto nei flash delle particolarità del quotidiano, rivelatori di ciò che essi

erano e delle tante loro doti.

Vorrei parteciparvi quattro di questi fatti riguardanti la disarmante semplicità

di gesti e parole di Padre Silvano, che mi hanno colpito come chiari segnali di

una bontà e umanità fuori del comune.

Quando furono terminati i lavori di costruzione del nostro santuario, egli era

ancora chierico e fu inviato qui a Como per collaborare alla pulizia generale dell’edificio

in vista della cerimonia della dedicazione e consacrazione. Ricordando

(vedi l’intervista da lui rilasciata per il libro commemorativo del 65° di fondazione

della parrocchia) le fatiche da lui sostenute, assieme ad altri confratelli per sgomberare

e ripulire il tempio, sosteneva, con evidente piacere: “Ad opera finita, ne

siano usciti coperti di polvere e calcinacci dalla radice dei capelli fino alla punta dei

piedi, più simili a mugnai che a frati, ma felici come Pasque, per aver reso la chiesa

degna di ospitare Gesù Eucaristia e di accogliere decorosamente i fedeli”.

Nei tempi recenti, come componente della comunità religiosa e viceparroco non

mancava di partecipare puntualmente al Consiglio Pastorale Parrocchiale, ascoltando

con paziente ma vigile attenzione i diversi contributi dei consiglieri, di cui valutava

l’importanza, e si riservava di intervenire solo a ragion veduta con proposte sempre

mirate e valide, espresse con la chiarezza e l’umiltà che lo distinguevano, riscuotendo

il generale consenso. Una presenza propositiva e di servizio, veramente esemplare.

Aveva un modo tutto suo di salutare e/o di rispondere al saluto della gente.

La sua formula, che coniugava spontaneità ed accoglienza, cordialità e rispetto

era: “Pace e bene!” La prima volta che al mio “Buongiorno” ebbi in risposta quelle

parole, non gli nascosi la mia convinzione che tale espressione fosse da riservare

71

a circostanze particolarmente significative. Senza scomporsi per nulla, mi spiegò

il motivo per cui preferiva valersi di quella sua scelta. “Dicendo buongiorno, auguriamo

una giornata favorevole, ma senza specificarne i contenuti e le ragioni.

La formula francescana invece ha due pregi impareggiabili. Intanto non pone al

saluto i limiti delle 24 ore, e inoltre, anzi soprattutto, esplicita la ricchezza e la natura

dei contenuti dell’augurio, concretizzandoli in due elementi primari: la pace

(con Dio,con sé stessi, con gli altri) e il “bonum” che costituisce aspirazione universale

degli uomini”. Come si vede, era una scelta convinta e giustificata, che

poneva l’interlocutore in primo piano, ossia lo considerava veramente “prossimo”.

Vi era poi un altro dettaglio dal quale si poteva cogliere la bontà e la gentilezza

d’animo di Padre Silvano. Di esso hanno potuto fare esperienza coloro che

gli fungevano da ministranti quando celebrava la S. Messa. Gli sembrava insufficiente

ringraziare alla fine della liturgia al ritorno in sacrestia – come fa ogni altro

sacerdote. All’Offertorio, dopo l’abluzione delle mani, riconsegnando il manutergio

da ripiegare e riporre, faceva sempre seguire un “Grazie” rivolto a fior di labbra

a chi serviva all’altare. Un particolare apparentemente minimo, ma

emblematico di attenzione e rispetto per la persona, ragazzo o adulto che fosse.

MARTINO LIRONI

 

Porteremo sempre il tuo ricordo nel cuore

Caro Padre Silvano,

la tua morte improvvisa ci ha lasciati increduli e sgomenti, quasi incapaci di

comprendere come la vita di un uomo sano e vigoroso come tè si sia potuta spezzare

per una causa tanto assurda e banale. Te ne sei andato troppo presto e hai lasciato

nella nostra comunità un grande vuoto che non sarà facile colmare.

Infatti, con la tua cordialità e la grande umanità sei riuscito a guadagnarti la

stima e l’affetto dei tuoi parrocchiani; e con il generoso impegno e l’attenzione

verso tutti, rappresentavi un punto di riferimento molto importante per la nostra

comunità parrocchiale. Siamo convinti che avresti potuto continuare ancora a

lungo la tua missione, ma il Signore non ha voluto così; forse ha ritenuto che il

bene che hai seminato fra di noi fosse sufficiente e così ha voluto chiamarti in anticipo

a sé per accordarti il premio riservato ai Suoi servi fedeli.

Noi ti ringraziamo per tutto il bene che ci hai donato e ti assicuriamo che porteremo

sempre il tuo ricordo nel nostro cuore. Anche tu non dimenticarti di noi

e continua a proteggere dal Paradiso, come buon pastore, la nostra famiglia e l’intera

comunità parrocchiale.

FAMIGLIA LORENZO E ENRICA NELLA

 

72

Non sono mie le parole, ma del Signore

Padre Silvano, persona semplice, cordiale e disponibile verso le esigenze di

chi frequentava la parrocchia.Molto cordiale specie con gli ospiti, difatti durante

le omelie aveva una parola di riguardo per manifestare la sua gioia, proprio come

si fa quando si incontrano gli amici.

C’erano momenti in cui si aveva l’impressione di conoscerlo da tempo forse

dovuto alla sua affabilità, sapeva trasmetterti la sua gioia interiore dovuta all’amore

che aveva per il Padre Celeste.

Ricordo l’omelia fatta sulla misericordia di Dio Padre e la descrizione dell’infinito

amore che ha per il peccatore, descritta con parole semplici che arrivavano

diritte al cuore. Al termine della messa ci siamo congratulati per le belle

parole, ma la sua risposta è stata semplice “non sono mie le parole, ma è quanto

il Signore ci ha donato nella sua Parola di verità”. Questa apertura del Padre nell’accogliere

i propri figli l’ha dimostrata lui nell’essere sempre presente in Chiesa,

nell’accogliere chiunque avesse bisogno. In senso bonario l’avevo denominato il

guardiano o l’angelo della Chiesa, dopotutto ogni Chiesa ha il suo Angelo e lui

lo era per la Chiesa di S. Antonio. Grazie Padre Silvano.

SILVIA A.

 

 

Carità nella quotidianità

Signore Gesù, che hai fatto di Padre Silvano un infaticabile predicatore del

vangelo, un maestro di vita spirituale, un penitenziere nella nostra parrocchia,

aiutaci ad essere disponibili verso i fratelli in difficoltà con gesti di amore, di carità

nel rispetto delle persone.

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                                                                                                         11 febbraio 2009, cena a Casamica

 

 

Padre Silvano, tu che sei accanto al Signore Gesù, ti preghiamo di farci comprendere

la vera carità vivendola nella quotidianità, soprattutto verso le persone

che visitiamo e mettendo in pratica la preghiera del Padre Nostro che tu ci hai

spiegato molto bene nella catechesi del lunedì.

GRUPPO CARITAS PARROCCHIALE

 

San Fermo Della Battaglia, 13 Aprile 2009

Un ministro di Dio molto speciale

Sono molto triste e dispiaciuta per la perdita di Padre Silvano ed è difficile rendersi

conto che egli non ci sia più. Però son sicura che lui è sempre con noi e che ci

protegge. Io sono di San Fermo Della Battaglia e sono parecchi anni che con i miei

familiari assistiamo alla S. Messa nella vostra Chiesa perché siamo molto devoti a

Sant’Antonio. Con padre Silvano mi confessavo e trovavo in lui unMinistro di Dio

molto speciale; con lui parlavo molto di Sant’Antonio e dei suoi miracoli.

Un giorno gli feci leggere un mio libro di Sant’Antonio che apparteneva alla

nonna di mio marito, scritto nel 1895 da monsignor Antonio Ricard; ricordo che

egli dopo averlo letto rimase molto entusiasta e mi disse: “ Tieni molto caro questo

libro perché è bellissimo e interessante”. Ora Gesù ha voluto con sé Padre Silvano

ma come Gesù stesso disse: “se il chicco di frumento cade in terra e muore,

produce molto frutto”. Ciao Padre Silvano e grazie di tutto.

MARINELLA E FAMIGLIA

 

 

Prossimo di tutti

Caro Padre Silvano,

come un fulmine a ciel sereno è giunta improvvisamente la tua morte che ci

ha lasciati sgomenti e addolorati: sentiamo tanto la tua mancanza!

La tua benevolenza, il tuo sorriso, la letizia che traspirava dal tuo volto rendeva

facile il dialogare con te e chiederti consiglio: avevi la capacità di farti prossimo

con tutti: dai più piccoli agli anziani, agli ammalati.

74

 

Ringraziamo il Signore per il dono della tua vita, del Sacerdozio e per il tempo

(anche se breve) trascorso in mezzo a noi; operando il bene e testimoniando una

grande fede in Dio. Ora che sei tra le braccia amorevoli del Padre, prega per noi

affinché possiamo compiere per il resto della nostra vita la volontà di Dio.

Arrivederci Padre Silvano con affetto…

TERESA E LUIGI

 

 

 

Como, 24 Aprile 2009

Buongiorno per tutto il giorno

Da quando sei “partito” per questo viaggio senza ritorno, ogni volta che entro

in chiesa, ovunque io mi fermi, mi volgo a cercarti laggiù, seduto al tuo banchetto,

assorto nella lettura di un libro, accanto alla tua bacheca della “Buona

stampa”!Ma per quanto possa sforzarmi, solo la mia immaginazione mi permette

di rivederti…riaffiorano, così, i ricordi di quando passavo al mattino presto e in

chiesa trovavo solo te!Mi avvicinavo lentamente a salutarti temendo di disturbarti

visto che avrei dovuto distoglierti dalla lettura…eppure tu, come sempre, ti voltavi

verso di me col sorriso più luminoso e uno scrosciante: “CIAO! PACE E

BENE!” che risuonava in tutta la chiesa!

Ti alzavi per fare due chiacchere e, se ne avevi, mi presentavi le novità di lettura

in “vetrina”!

Poi, quell’immagine lentamente svanisce… tu non sei più lì… resta solo il

banchetto spoglio… laggiù nell’angolo!

Che vuoto! Che sensazione di vuoto da quando non ci sei!

I tuoi sorrisi…

I tuoi buoni consigli…

La tua profonda testimonianza di fede…

Il racconto delle tue esperienze soprattutto in occasione dei pellegrinaggi…

Le tue battute scherzose…

La dolcezza e l’allegria verso i nostri figli dimostrata come tu fossi “un bambino

tra i bambini”…

Il fischiettare per annunciare il tuo arrivo…

Le tue parole che risuonavano come un ritornello del tipo: “PACE E BENE!”

e “BUONGIORNO PER TUTTO IL GIORNO!”…

Il tuo congedarti alla sera prima di andare a letto dicendo: “IO ORA VADO

A STUDIARE GEOMETRIA PIANA!”…

Ricordi che rimarranno indelebili e che aiuteranno noi tutti che abbiamo ricevuto

la grazia di poter vivere del tempo con te, (anche se troppo poco), a colmare

una parte di “quel vuoto”!

TERESA DI MARTINO

 

 

75

Qui Radio Sant’Antonio

“Qui Radio Sant’Antonio”!!! Questa era la frase con cui Padre Silvano era solito

accoglierci all’inizio di ogni pellegrinaggio e di ogni suo intervento. Quanto

ci mancheranno queste parole durante la visita in Terra Santa prevista tra una decina

di giorni, durante i quali non avremo più al nostro fianco la nostra ormai

esperta guida. Sì perché Padre Silvano era solito documentarsi a fondo sui luoghi

che avremmo visitato, per poi riassumere durante il viaggio in pullman le caratteristiche

principali e la storia di tali località. Tutto questo sia per i pellegrinaggi

“lunghi” come Roma e Lourdes, sia per quelli più brevi, di una giornata, come

quello che ha avuto luogo lo scorso ottobre, destinazione Genova,Madonna della

Guardia, che è stato il nostro ultimo pellegrinaggio in compagnia di Padre Silvano.

Ora che Padre Silvano non è più con noi, ci piace ricordare gli aneddoti principali

dei momenti trascorsi con lui; con il suo carattere sempre positivo e pronto

allo scherzo, ha saputo sdrammatizzare anche sull’acquazzone che ci ha accolto appena

arrivati a Lourdes: “Non si può arrivare a Lourdes senza prendere acqua, altrimenti

non potremmo essere purificati”!

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                                                                      Pellegrinaggio a Lourdes

 

 

Durante il pellegrinaggio a Roma, abbiamo avuto modo di conoscere i fedeli

della Parrocchia di Molella – Sabaudia, dove ha trascorso 18 anni prima di recarsi

a Sant’Antonio; è stato molto toccante vedere come la gente si ricordasse di

Padre Silvano: tutti che si avvicinavano per salutarlo, per scambiare due parole, per

farsi tirare su di morale.

Durante l’ultimo pellegrinaggio alla Madonna della Guardia abbiamo avuto

modo di parlare a lungo delle emozioni che ci avrebbero atteso tra pochi giorni

in Terra Santa. Per Padre Silvano questa sarebbe stata la settima esperienza nei

luoghi dove è nato e cresciuto Gesù; e invece, purtroppo, saremo senza la nostra

guida, almeno per quanto riguarda la presenza fisica, perché siamo sicuri che lui,

dall’alto ci guiderà e proteggerà, perché come riportato nelle sue testimonianze

scritte al termine del pellegrinaggio a Lourdes: “Auguri a tutti e sempre uniti nella

preghiera perché, anche se lontani, la preghiera non ha confini”.

GRUPPO PELLEGRINAGGI

 

 

Ho conosciuto Padre Silvano in occasione del Battesimo di mia figlia. Lui ci

ha accompagnati in questo bellissimo cammino.

Mi ha colpito il suo immenso amore per Dio e la sua gioia nel trasmetterlo

agli altri. Sono rimasta davvero affascinata dal suo entusiasmo, tanto che ad ogni

incontro, mi sembrava di essere più buona e ben disposta verso il prossimo.

Ogni sua chiacchierata sembrava avesse il potere di infondere anche a me la

sua bontà d’animo e lo stesso amore per Dio.

Ho trovato tutto questo straordinario e sono sicura che il suo ricordo sarà in

grado di diffondere lo stesso amore e la stessa fede.

Grazie Padre Silvano.

PAOLA

 

 

Grazie Padre Silvano per essere stato in mezzo a noi anche se per poco

tempo…

Lo ricorderò sempre presente in chiesa ad accogliere ciascuno di noi, sempre

con una battuta simpatica, lo ricordo come guida nei pellegrinaggi a Roma e Lourdes,

quando per attirare la nostra attenzione diceva: Qui radio S. Antonio.

Poi durante la catechesi ci spiegava tutto, ci coinvolgeva con le domande,

come quando eravamo bambini, per farci capire meglio.

Grazie Padre Silvano, prega per noi tutti.

TERESA GAGLIARDI

 

 

Addio Fra' Silvano

Avevo appena incontrato fra Silvano per una confessione occasionale nella

sua parrocchia.

Pensavo di poter avviare con lui un percorso regolare di accostamento al sacramento

della penitenza, così poco frequentato oggi, quasi una direzione spirituale.

Mi avevano colpito in particolare la sua pronta e cordiale disponibilità, la

esperienza umana e la profondità nell’affrontare i problemi dell’anima. Evidentemente

frutti di un lungo esercizio del ministero e di santità personale.

Mi è spiaciuto moltissimo, non solo per me, ma anche perché penso che la

Chiesa abbia molto bisogno di confessori della tempra di fra Silvano, con elevate

doti spirituali e insieme profondamente incarnate in questo mondo, così povero

di queste doti.

MARIA PALMA VILLA

 

 

Quel tavolino nella cappella del Crocifisso

Un devoto grazie dal profondo del cuore a Padre Silvano per tutto il bene

morale, se pur di un tempo breve, ma intenso.

- Ci manchi Padre Silvano!

- Ci manca il tuo “Benvenuto” all’inizio di ogni S. Messa;

- Ci mancano le tue omelie sintetiche, ma profonde, semplici e piene di luce di

Dio;

- Ci manchi alla fine di ogni S. Messa in fondo alla Chiesa dove avevi parole di

conforto per chi ne aveva bisogno o di approfondimento sulla nostra fede, a

volte un po’ ironico, anche per far acquistare quei preziosi libretti da tener in casa

per poter approfondire con i propri famigliari e crescere nella fede.

- Ci manchi quando nei giorni feriali, con la Chiesa deserta, a volte anche senza

riscaldamento, seduto al tuo tavolino nella cappella del Crocefisso all’entrata

destra della Chiesa, mentre scrivevi e rivedevi le tue omelie, e con il cuore pieno

di calore di Dio, disponibile a chiarire la parola del Vangelo o a tranquillizzare

chiunque chiedesse aiuto spirituale.

Ancora Grazie, prega per tutti noi ed arrivederci in Paradiso…

MARIA

 

 

 

                                                                                                                                                        I frati di Como

Indice

Le testimonianze dei frati....................................................................................................................................5

Omelia del Ministro provinciale per il funerale

di Padre Silvano Zoccarato a Camposampiero......................................................................................7

Omelia del Parroco al funerale di p. Silvano a Como.................................................................12

Ricordi di Seminario....................................................................................................................................................14

Eccomi finalmente con te per sempre.........................................................................................................17

 

18 marzo 1967 (Ordinazione Sacerdotale)................................................................................21

Chiedete e vi sarà dato ...............................................................................................................................................23

Innamorato di S. Antonio ......................................................................................................................................25

 

Le testimonianze della sua famiglia.....................................................................................................27

 

Le testimonianze della comunità di Molella (1994-2006).....................................43

 

Le testimonianze della comunità di Como (2006-2009).........................................55

 

 

 

 

 

Finito di stampare Marzo 2010

Villaggio Grafica - Noventa Padovana (PD)

 

 

 frecciasu